Un’indagine del Parlamento britannico sulla sicurezza del 5G ha concluso che ci sono “prove evidenti di collusione tra Huawei e lo Stato cinese“. Il rapporto del Comitato ristretto per la difesa sostiene la decisione del governo di rimuovere Huawei dalla rete 5G del Regno Unito entro il 2027, ma rileva che gli sviluppi potrebbero costringere questa data a essere anticipata, potenzialmente al 2025.
La stretta sui rapporti con Huawei
A luglio, infatti, il primo ministro britannico Boris Johnson, che in precedenza aveva consentito all’azienda cinese di lavorare su parti non sensibili della rete 5G del Regno Unito, ha fatto un’inversione di marcia sotto la pressione dell’amministrazione statunitense e ha ordinato ai fornitori di servizi mobili del Regno Unito di rimuovere completamente entro il 2027 le apparecchiature prodotte da Huawei per le reti nazionali. “Proteggere il pubblico e preservare la sicurezza della nostra nazione sono tra le principali responsabilità del governo. La decisione di incorporare una tecnologia che le comprometta costituirebbe un grave abbandono di questi doveri”, ha affermato Tobias Ellwood, il presidente della commissione difesa.
Nelle 91 pagine del rapporto “Security of 5G” si afferma che la dipendenza dalla connettività mobile aumenterà con lo sviluppo del 5G, esponendo il Regno Unito a rischi in termini di sicurezza sui fronti del sabotaggio e dello spionaggio. Il documento approfondisce le raccomandazioni sui rapporti Huawei e plaude alla risposta del governo britannico, promuovendo la collaborazione con gli alleati.
Il rapporto considera la designazione di Huawei come fornitore una scelta ad alto rischio e descrive la decisione del governo di rimuoverli dalla rete 5G del Regno Unito come “appropriata” e “giustificata”. Nel frattempo, il Comitato è fiducioso che Huawei sia stata sufficientemente allontanata dai siti sensibili di sicurezza e difesa nazionale. Ellwood ha invitato l’Occidente a unire urgentemente le forze per contrastare il dominio tecnologico della Cina.
“Serve più cooperazione internazionale tra gli alleati democratici”
Il rapporto evidenzia infatti la mancanza di regole globali che regolano gli attacchi informatici internazionali e invita il governo del Regno Unito a collaborare con gli alleati per sviluppare un sistema che garantisca la responsabilità degli autori. Il Comitato sostiene le proposte per stabilire un’alleanza globale tra le dieci più grandi democrazie del mondo per fornire alternative alla tecnologia cinese e per contrastare il predominio tecnologico dei paesi autoritari.
I parlamentari vogliono anche che il governo continui a denunciare e dissuadere le minacce che arrivano da Paesi come Russia e Cina. Hanno anche riscontrato che il quadro normativo esistente per la sicurezza della rete è “obsoleto e insoddisfacente”, con la situazione attuale che porta a preoccupazioni commerciali che superano quelle di sicurezza nazionale. Il Comitato ritiene che il progetto di legge sulla sicurezza delle telecomunicazioni, che consentirà al governo di obbligare gli operatori ad agire nell’interesse della sicurezza, sia necessario per migliorare i poteri di regolamentazione e dovrebbe essere introdotto prima della fine del 2020.
“Non dobbiamo rinunciare alla nostra sicurezza nazionale per il bene dello sviluppo tecnologico a breve termine“, ha aggiunto Ellwood. Sebbene abbia ammesso che il governo “ha dovuto bilanciare le proprie considerazioni tecniche con le pressioni di alleati come Stati Uniti e Australia”, la commissione ha anche lanciato un monito contro l’isteria anti-cinese. “È importante che l’Occidente non soccomba all’isteria anti-cinese mal informata e riconosca i vantaggi reciproci del coinvolgimento cinese nella nostra economia”.
Huawei ha respinto le tesi contenute nel rapporto, spiegando alla Bbc che “manca di credibilità” e si basa “sull’opinione piuttosto che sui fatti”. Un portavoce dell’azienda ha affermato che Huawei è fiduciosa che le persone non crederanno a queste accuse e che ricorderanno cosa ha fatto per il Regno Unito negli ultimi vent’anni.
In Belgio Orange e Proximus scelgono Nokia ed Ericsson per il 5G
Mentre nel Regno Unito la tensione sale, in Belgio, nel cuore dell’Unione europea, gli operatori Orange e Proximus scelgono Nokia ed Ericsson per la realizzazione della rete 5G. Una decisione che Huawei ha accettato senza polemiche: “Siamo di fronte al risultato di una gara organizzata dagli operatori – afferma un portavoce del colosso cinese – questo è il libero mercato. Noi accettiamo la competizione leale, e siamo convinti che più òa supply chain è diversificata, più diventa competitiva”.
“Abbiamo provato a dientare fornitori del radio access network per Orange Belgium fin dal 2003, quando ancora si chiamava Mobistar – afferma Tommi Uitto, presidente di Nokia Mobile Networks – oggi finalmente ci siamo riusciti”.
“Dopo una procedura di selezione rigida, basata su criteri tecnologici, operativi, finanziari e di sostenibilità – è il commento di Guillaume Boutin, Ceo di Proximus – abbiamo deciso di scegliere Nokia ed Ericsson per l’upgrade della nostra reete mobile. Questa scelta ci consentirà di combinare qualità e innovazione, con l’impegno comune di preparare la strada per una crescita sostenibile per il bene della nostra società”.