Il dipartimento della Difesa ha annunciato uno stanziamento di 600 milioni di dollari per la sperimentazione del 5G in cinque siti militari di test statunitensi. Si tratta, secondo la nota del Pentagono, dei più grandi test 5G su vasta scala per applicazioni dual-use al mondo. Per ogni installazione sarà messa in atto una collaborazione tra i servizi militari, le grandi aziende del settore e gli esperti del mondo accademico per potenziare le capacità 5G della difesa Usa.
I progetti includeranno test pilota della realtà aumentata e virtuale abilitata dal 5G per la pianificazione e l’addestramento alle missioni, test della logistica smart, validazione dello spectrum sharing (una soluzione che incontra il favore del Pentagono) e valutazione delle tecnologie 5G per rafforzare il comando e il controllo distribuiti su tutte le sedi e le forze militari americane.
Tra i partner industriali dei test ci sono Nokia, Ericsson, At&t e Samsung.
Focus sullo spettro condiviso
I siti di test sono: Hill Air Force Base, nello Utah; Joint Base Lewis-McChord, nello stato di Washington; Marine Corps Logistics Base Albany, in Georgia; Naval Base San Diego, in California; e Nellis Air Force Base, a Las Vegas, Nevada.
Queste basi militari sono state scelte per la capacità di fornire accesso di alta affidabilità allo spettro e la maturità dell’infrastruttura mobile e fissa in fibra ottica. Sono siti capaci dunque di ospitare aggiornamenti nelle infrastrutture e sperimentazioni controllate di uno spectrum sharing dinamico. Ognuno sarà sede di un test specifico su un caso d’uso del 5G.
In particolare, il progetto dello Utah sarà focalizzato sulla condivisione dinamica dello spettro con servizi cellulari 5G. Verranno sviluppati prototipi di sistemi di sharing/coesistenza e valutata la loro efficacia con reti reali e di vasta scala in ambienti controllati. Lo scopo è riuscire a condividere lo spettro tra sistemi radar e telefonia cellulare 5G nelle bande 3.1 – 3.45 GHz. Nokia e Ericsson sono i partner industriali con, rispettivamente, architetture standard aperte che includono i sistemi multi-antenna massicci, e impiego delle reti 5G per fornire le capacità di sensing abbinate a machine learning e aggregazione dello spettro abilitata al 5G.
5G anche per le operazioni “aria, spazio e cyberspace”
Nella base di Washington si sperimenterà invece, insieme a Samsung, At&t e Oceus Networks, l’impiego della realtà aumentata e virtuale per la pianificazione delle missioni, il training del personale e l’impiego operativo.
In California sarà testato lo smart warehousing, con applicazione nel trans-shipping, per il supporto logistico alle operazioni militari, con At&t tra i partner.
Anche in Georgia si testerà lo smart warehousing, ma con applicazione alla conservazione e manutenzione dei veicoli e delle forniture per la base militare. Inoltre, qui saranno sperimentate o validate altre tecnologie emergenti abilitate dal 5G.
Nella base in Nevada, sempre insieme alla telco At&t, sarà sviluppato un ambiente di test per l’impiego delle tecnologie 5G nelle operazioni “aria, spazio e cyberspazio”, con l’obiettivo di aumentarne l’efficacia e di migliorare anche le capacità di command and control (C2) in modo distribuito per scenari di agile combat.
Torna l’ipotesi del “5G di Stato”
Secondo la testata TotalTelecom, le forze militari americane da sempre lavorano con le aziende che forniscono servizi di telecomunicazione, ma questo progetto focalizzato sul 5G che coinvolge i partner dell’industria torna a far ipotizzare che il governo degli Stati Uniti possa scegliere la strada di una rete 5G nazionalizzata.
L’idea era stata avanzata dallo stesso presidente Donald Trump nel 2018, ma non è mai stata pienamente condivisa né dai regolatori né dalla stessa industria, entrambi più propensi a lasciare intatta l’impostazione attuale basata sull’iniziativa privata. Il tema è però riemerso nella campagna elettorale di Trump in vista delle presidenziali di novembre, viste le implicazioni geopolitiche e strategiche che il 5G ha nel frattempo assunto.