Investimenti IT, i Cio italiani sono ottimisti

Quasi il 70% prevede investimenti stabili, o addirittura in crescita, per tutto il 2009

Pubblicato il 17 Giu 2009

I Cio (Chief Information Officer) italiani sono ottimisti sul
livello di investimenti IT che si faranno nel corso del 2009. E’
quanto emerge da una ricerca commissionata da Intel all’istituto
di ricerca inglese Coleman Parkes. Nello specifico l’indagine
rileva che dei 50 manager intervistati (su un totale area Emea pari
a 511) ben il 67% sia convinto che, a dispetto della crisi “gli
investimenti IT rimarranno stabili o, addirittura, cresceranno. A
rendere ottimisti i Cio soprattutto gli investimenti in progetti
innovativi.

“Il 78% si attende investimenti stabili o in crescita per quanto
riguarda, in particolare, i progetti a forte carattere innovativo –
si legge nell’indagine – Ciò dimostra la diffusa consapevolezza
che gli investimenti IT sono necessari a migliorare l’efficienza,
alimentare l’innovazione e, in definitiva, ottenere vantaggi
competitivi”. E anche per affrontare proattivamente la crisi.
Prefigurando il concreto rischio di lasciarsi trasportare dalla
corrente senza reagire, infatti, il 50% degli intervistati ritiene
che ora sia il momento giusto per investire in vista della ripresa.
In altre parole i manager sono convinti che per uscire indenni
dall’attuale situazione devono adottare la tecnologia più
innovativa, compatibilmente con il proprio modello di business.

“Come in ogni crisi economica, le aziende che sapranno dotarsi di
modelli di business più efficienti e rendere innovativa la propria
offerta, sono quelle destinate a prosperare nella successiva
ripresa – spiega Dario Bucci, Ad di Intel Italia e Svizzera -.
L’attuale congiuntura offre l’opportunità di perseguire con
determinazione obiettivi di maggiore efficienza e maggiore
competitività: sono entrambi realizzabili, a patto di effettuare
tempestivi e appropriati investimenti in IT”.
Il 68% dei Cio censiti, inoltre, ritiene che i tagli di budget IT
non comportino reali risparmi per le aziende, dato che la maggior
parte del budget viene assorbita dai costi correnti piuttosto che
dagli investimenti. “Tale convinzione è confermata dalle
priorità di spesa per il 2009: sicurezza (70%), consolidamento dei
data center e virtualizzazione (60%) e incremento dell’efficienza
attraverso una gestione intelligente dell’IT (54%)”,
puntualizza il report.

Sul fronte delle nuove tendenze, l’analisi ha preso in
considerazione i netbook e il cloud computing. Per quanto riguarda
i primi, il 38% dice che sarebbe felice di poterne avere uno, ma
come device aggiuntivo al notebook “classico”; solo il 2%,
invece, ritiene di non poterlo includere tra gli strumenti
utilizzati in azienda per ragioni di sicurezza. “Questi risultati
confermano una corretta percezione, tra i manager italiani, del
posizionamento delle due categorie di device: i notebook per avere
la piena funzionalità del Pc; i netbook adatti per la mobilità e
il Web, ma non per la creazione di contenuti”, spiegano da
Coleman Parkes.
Il cloud computing, invece, è ritenuto argomento eccessivamente
enfatizzato dai media dal 30% degli intervistati, anche se il 26%
ne riconosce i potenziali benefici in termini di flessibilità,
qualità del servizio e velocità di deployment delle
applicazioni.
Il dato più corposo riguarda il Green IT.  Il 92% dei manager
intervistati dichiara di aver dato il via a iniziative “green”
in ambito IT; il 64% è convinto che un IT più rispettoso
dell’ambiente non sia solo più etico, ma anche vantaggioso per
il business. Non a caso, il 76% sostiene “l’impegno per ridurre
i costi per l’energia e il raffreddamento, attività considerata
addirittura ‘fondamentale’ per la propria organizzazione dal
36%”, conclude il report.

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