IL PROGETTO

Recovery Fund, Franceschini: “Realizzeremo la Netflix della cultura italiana”

Il ministro: “In collaborazione con Cdp, svilupperemo una piattaforma digitale pubblica, a pagamento, per veicolare l’offerta culturale del nostro Paese”. In cantiere anche una digital library nazionale

Pubblicato il 16 Ott 2020

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Un Netflix della cultura italiana da realizzare con le rirorse del Recovery Fund. E’ il progetto a cui ta lavorando il Mibact. “Stiamo lavorando, anche con le risorse del Recovery Fund, su alcuni grandi progetti – ha spiegato il ministro Dario Franceschini, in occasione “Next Generation, the Italian Innovation Society” – tra cui la nascita della Netflix della cultura italiana e una digital library nazionale, grazie a cui saremo in condizione di trattare con i giganti della rete in una posizione di forza.

“Durante il lockdown – ha ricordato – abbiamo verificato quanto l’offerta culturale possa arrivare nelle case delle persone. Lo abbiamo verificato in modo spontaneo e creativo, come spesso succede in Italia, grazie a migliaia di iniziative culturali online, mostre, concerti, spettacoli offerti e arrivati nelle case. Questo movimento spontaneo ci ha ispirato un’idea che abbiamo già finanziato con 10 milioni di euro: si tratta della Netflix della cultura italiana, cioè una piattaforma digitale pubblica, a pagamento, che stiamo costruendo con Cdp, la quale possa offrire a tutta Italia e tutto il mondo l’offerta culturale del nostro Paese“.

Il ministro ha sottolineato che “non sappiamo quanto dureranno le restrizioni e nessuno pensa di sostituire la bellezza dello spettacolo dal vivo: sappiamo che la magia è nella sala ma vogliamo offrire un’integrazione in modo che, anche quando sarà terminata l’emergenza, resti la possibilità di seguire gli eventi da qualunque parte del mondo. Sarà una grande opportunità per il paese, per la digitalizzazione di tutte le attività culturali e un grande veicolo di promozione italiana nel mondo”.

La seconda iniziativa è la nascita di una “Digital Library nazionale. Nei suoi archivi, l’Italia ha un patrimonio di dati a cui nessuna fondazione americana può avvicinarsi. Se mettiamo online i 101 archivi centrali dello Stato, gli immensi archivi fotografici pubblici e quelli delle nostre biblioteche, saremo in condizione di trattare con i giganti della rete”, ha concluso Franceschini.

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