Google nel mirino del Dipartimento di Giustizia Usa. Mountain View è accusata di abuso di posizione dominante. L’azione, a cui hanno aderito anche 11 Stati e che è destinata ad aprire una guerra legale fra Washington e la Silicon Valley, segue il rapporto del Congresso che ha accusato le big tech di monopolio e ha indicato la necessità di apportare modifiche, incluso un loro possibile “spezzatino”.
Si tratta del più grande procedimento antitrust dal 1990 quando il governo Usa si mosse contro Microsoft.
Nei documenti del Dipartimento si accusa Google di mantenere illegalmente il proprio monopolio sui motori di ricerca attraverso accordi e contratti commerciali esclusivi che tagliano fuori la concorrenza. I contratti sotto accusa comprendono i pagamenti di miliardi di dollari fatti da Mountain View nei confronti di Apple, affinché l’azienda fondata da Steve Jobs mantenga Google come motore di ricerca predefinito sugli iPhone.
Il risultato – secondo i documenti – è che Google ha una posizione dominante nella ricerca su centinaia di milioni di dispositivi americani, con poche opportunità per qualsiasi concorrente di farsi strada. Uno dei punti della contesa riguarda anche il fatto che il motore di ricerca è precaricato e non può essere eliminato sui telefoni cellulari che usano il sistema operativo Android.
Google, accusa ancora il Dipartimento, possiede o controlla i canali di distribuzione della ricerca che rappresentano circa l’80% delle query di ricerca negli Stati Uniti. Ciò significa che i concorrenti di Google non possono ottenere un numero significativo di query di ricerca e costruire sistema adeguato a competere, lasciando i consumatori con meno scelta e meno innovazione e gli inserzionisti con prezzi meno competitivi, secondo la causa.
Google ha definito l’azione legale “profondamente sbagliata” e ha chiarito che il suo vantaggio competitivo deriva dall’offerta di un prodotto che miliardi di persone scelgono di utilizzare ogni giorno. Secondo il Wall Street Journal è improbabile che la società di Mountain View, che dispone di un tesoro in contanti di 120 miliardi di dollari, si ritiri da una battaglia legale e la sua difesa sosterrà che i servizi offerti ai consumatori sono a costi minimi o nulli, minando il tradizionale argomento antitrust sui potenziali danni ai prezzi per coloro che utilizzano un prodotto.