L’Europa spinge sull’identità elettronica trasfrontaliera. E lo fa puntando sul progetto Stork 2.0 (Secure idenTity acrOss boRders linKed 2.0) che estende lo scambio automatico e sicuro delle informazioni relative all’identità elettronica, agli attributi correlati ad esse (titoli professionali, poteri di rappresentanza) e completando con nuove applicazioni l’impianto base. Evoluzione che permetterà un interscambio delle informazioni sulla base del ruolo professionale attraverso il quale verrà a sua volta identificato chi avrà necessità di accedervi. Il tutto facilitando il dialogo tra i data base delle PA degli stati membri.
Stork 2.0 costituisce l’upgrade del progetto Stork per il quale la Ue ha messo in campo 10 milioni euro nel 2008, con l’ambizioso obiettivo di favorire in particolare le operazioni orientate al business, creando una rete di contatti che permetta ad esempio di spendere la propria professionalità a livello europeo, senza dover fornire personalmente la relativa documentazione, ma sfruttando l’interazione e la cooperazione tra i soggetti pubblici interessati.
Saranno messi in campo 4 progetti pilota (eLearning e Qualificazioni Universitarie, eBanking, eBusiness e eHealth), offrendo servizi interoperabili dei quali fruire in diversi contesti della vita quotidiana. I progetti pilota sperimenteranno specifiche, standard e moduli condivisi, affrontando questioni legali e gestionali cruciali (a tutti i livelli, domini applicativi e differenti ambiti). Queste applicazioni diffonderanno i benefici e la mobilità del digitale in tutta l’Ue, valorizzando il mercato unico digitale per I servizi pubblici e commerciali nel rispetto della Direttiva sui Servizi.
STORK 2.0 si basa su una collaborazione solida costruita per progetti pilota già esistenti, diffusi su larga scala, inclusi nella prima iniziativa Stork (eID) – realizzata tra maggio 2008 e dicembre 2011 – e-Codex (eJustice), epSos (eHealth), Peppol (eProcurement) e Spocs (eBusiness). L’obiettivo è quello di sviluppare Gruppi di settore quali l’Industrial Monitoring Group e il Member State Reference Group, coinvolgendo gli stakeholders e i governi degli stati membri che non hanno ancora aderito al progetto volto ad assicurare la più ampia influenza possibile alla futura piattaforma europea unica per l’interoperabilità delle eID.
Il progetto, coinvolge 58 partner, è finanziato con circa 9 milioni di euro e terminerà a marzo 2015. Tra i 19 paesi che vi prendono parte c’è anche l’Italia che parteciperà a 4 servizi pilota. Abi Lab seguirà i progetti pilota bancari in relazione alle fasi di identificazione e autenticazione utente da remoto; Csi Piemonte e InfoCamere seguiranno i servizi per le imprese (eBusiness); Lombardia Informatica quelli legati alla sanità elettronica (eHealth) mentre il Politecnico di Torino prende parte al Progetto Stork 2.0 per il servizi di eLearning (inclusa formazione a distanza e scambio di titoli accademici), nonché in qualità di rappresentante del consorzio italiano per l’architettura del sistema. Infine Agenzia per l’Italia Digitale curerà gli aspetti regolatori dell’identità elettronica.