EFFETTO COVID-19

Scuola, l’allarme del Parlamento Ue: “Abbattere il digital divide”

Una risoluzione chiede alla Commissione strategie “coraggiose”. Priorità a investimenti su infrastrutture e strumenti digitali per istituti e studenti. “Ne va della competitività europea”

Pubblicato il 22 Ott 2020

Wiko back to school View3 ambientata

Tocca punte del 32% la quota di studenti che non hanno avuto accesso all’istruzione nel corso dell’emergenza Covid. Parte da qui l’allarme lanciato dal Parlamento europeo che con una risoluzione – approvata con 593 voti favorevoli, 58 contrari e 36 astensioni – chiede alla Commissione di colmare il divario digitale contro le disuguaglianze sociali e di attuare un “quadro strategico coraggioso per la futura politica europea in materia di istruzione”. Investimenti mirati su infrastrutture e strumenti digitali per scuole e studenti, competenze digitali e formazione per insegnanti e formatori. “Ne va – specifica la risoluzione – della competitività europea”.

La perdita di apprendimento infatti, secondo i deputati, può infatti “ridurre i futuri livelli di reddito della generazione colpita e produrre un impatto potenzialmente negativo sulla crescita della produttività del lavoro e sulla competitività dell’Europa nel complesso”.

Per questo “la Commissione deve dare priorità ad investimenti mirati nelle infrastrutture per migliorare la connettività a livello europeo, in particolare nelle zone rurali e remote, e per aumentare l’accesso alle apparecchiature digitali. Inoltre, si deve investire nelle opportunità di aggiornamento e di sviluppo professionale per gli insegnanti e i formatori”.

Più investimenti pubblici per la scuola

I sistemi di istruzione di alta qualità rappresentano il fondamento della competitività dell’Ue a livello mondiale – ricorda il Parlamento -: e il buon funzionamento dei sistemi di istruzione e formazione richiede elevati livelli di investimenti pubblici. “Politiche ambiziose prive dei finanziamenti corrispondenti mancano di credibilità”.

“Molti Paesi sono ancora impreparati alla seconda ondata che sta colpendo l’Europa – ha detto a nome della commissione per la cultura e l’istruzione Victor Negrescu (S&D, Romania) -. Si dovrebbe fare di più per garantire a tutti l’accesso a un’istruzione e a una formazione di qualità, e per questo dobbiamo investire nell’istruzione. Ci rammarichiamo profondamente che il Consiglio proponga tagli ai programmi che sostengono l’istruzione e la formazione. Ribadiamo la richiesta di triplicare il bilancio del programma Erasmus+. Incoraggiamo gli Stati membri ad aumentare significativamente la spesa pubblica per l’istruzione. La Commissione deve dare priorità agli investimenti nell’istruzione nel piano di ripresa”.

Le richieste del PE: “Obiettivi misurabili”

In particolare il PE critica la mancanza di coordinamento e di scambio di buone pratiche a livello europeo e invita la Commissione e gli Stati membri a collaborare strettamente per ridurre al minimo i rischi sanitari. La Commissione dovrebbe fornire una piattaforma che consenta agli Stati membri di condividere le buone pratiche e trasformare lo spazio europeo dell’istruzione “da una visione approssimativa basata su principi generali in un programma di lavoro concreto”.

“Accogliamo con favore il pacchetto di misure sull’istruzione presentato dalla Commissione alla fine di settembre – dice la relatrice Sabine Verheyen (PPE, Danimarca) -; tuttavia, si tratta solo del primo passo. È giunto il momento che la visione di uno spazio europeo dell’istruzione e di un rinnovato piano d’azione per l’istruzione digitale sia sostenuta da misure concrete e da fondi adeguati”.

Secondo l’Unesco durante la prima crisi di Covid-19 anche nei paesi più sviluppati del mondo l’accesso all’istruzione digitale è stato di circa il 90%, il che significa che ancora il 10% degli alunni delle scuole è stato escluso. Inoltre, meno del 25% dei paesi a basso reddito ha fornito una qualche forma di apprendimento a distanza.

Il programma di lavoro richiesto dal Parlamento Ue comprende un programma di lavoro “concreto” con una serie di obiettivi misurabili, tra cui la realizzazione del riconoscimento reciproco automatico delle qualifiche, dei diplomi e dei periodi di apprendimento all’estero nell’Unione al più tardi entro il 2025. Viene inoltre esortata la Commissione ad adottare un approccio “altrettanto coraggioso” riguardo al piano d’azione per l’istruzione digitale, passando da un insieme di azioni eterogenee a una vera e propria strategia in materia di istruzione e competenze digitali.

Un’Agenda europea per le competenze

“La futura politica europea in materia di istruzione – si legge nella proposta – deve basarsi su un quadro politico concertato che garantisca che le iniziative strategiche pertinenti, quali l’agenda europea per le competenze, lo spazio europeo dell’istruzione, il piano d’azione per l’istruzione digitale, la garanzia per i giovani e la garanzia per l’infanzia, siano complementari e sostengano chiari obiettivi politici generali”.

Per finire, l’istruzione deve entrare a far parte della “prossima conferenza sul futuro dell’Europa”.

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