LE ISPEZIONI

Anpr e tutela dei dati nella PA nel mirino del Garante Privacy

L’attività di accertamento dell’Autorità sarà indirizzata a verificare il rispetto delle norme nel rilascio di certificati tramite l’Anagrafe nazionale della popolazione residente e l’adozione di adeguate misure di sicurezza da parte di amministrazioni che gestiscono particolari tipi di info

Pubblicato il 26 Ott 2020

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Anpr nel mirino del Garante Privacy. Nel secondo semestre l’attività di accertamento dell’Autorità, svolta anche in collaborazione con il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di finanza, saranno indirizzate a verificare il rispetto delle norme nel rilascio di certificati tramite l’Anagrafe nazionale della popolazione residente, e nell’attività di marketing, sia nel settore pubblico che privato.

I controlli si concentreranno anche sull’adozione delle misure di sicurezza da parte di pubbliche amministrazioni e di imprese che trattano particolari categorie di dati personali; sul rispetto delle norme sulla informativa e il consenso; sui tempi di conservazione dei dati. L’attività ispettiva verrà svolta anche a seguito di segnalazioni e reclami, con particolare attenzione alle violazioni più gravi.

Sulla scia di quella avviata nel primo semestre, invece, il focus riguarderà i trattamenti di dati svolti nell’ambito di settori particolarmente delicati, quali la fatturazione elettronica, il whistleblowing, il food delivery, le violazioni della sicurezza dei dati (data breach). Le verifiche riguarderanno anche le società che operano nel settore del cosiddetto “rating reputazionale”.

Le altre ispezioni programmate dal Garante

Il bilancio dell’attività del primo semestre

Un primo bilancio dell’attività ispettiva e sanzionatoria dellAutorità nel primo semestre del 2020 registra intanto un notevole incremento delle entrate complessive derivanti dalle sanzioni che passano da 1 milione 223mila euro del primo semestre del 2019 a 7 milioni 108 mila euro, con un aumento del 481% Sono state effettuate, inoltre, iscrizioni a ruolo per un importo complessivo di 5 milioni 42 mila euro (+124%) a fronte dei 2 milioni 248mila euro del primo semestre 2019, che hanno riguardato trasgressori che non si sono avvalsi della facoltà di definizione agevolata prevista dal decreto legislativo n.101 del 2018.

Gli accertamenti svolti nel primo semestre 2020, anche con il contributo del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di finanza, hanno riguardato numerosi settori, sia nell´ambito pubblico che privato: in particolare, la fatturazione elettronica, le grandi banche pubbliche, i software per la gestione del “whistleblowing”, le società di intermediazione immobiliare, il marketing, i tour operator.

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