In Italia la sperimentazione sul campo sotto l’egida del Mise per verificare l’entità delle interferenze del segnale Lte con il digitale terrestre sulle frequenze a 800 Mhz è in atto a Tor san Giovanni, nei pressi di Roma, presso il Centro Nazionale Controllo Emissioni Radio Elettriche. Alla sperimentazione partecipano Tim, Vodafone e Wind, il partner tecnologico del Mise è Huawei. Nelle prossime settimane partiranno ulteriori sperimentazioni sul campo, in diversi siti disseminati nel paese. Altre sperimentazioni si stanno svolgendo in laboratorio, sotto il controllo della Fub (Fondazione Ugo Bordoni). L’obiettivo è creare modelli teorici che insieme ai dati raccolti sul campo diano una fotografia verosimile dell’entità reale delle interferenze dell’Lte sulla tv digitale terrestre.
Un paese, l’Italia, che è un Arlecchino tecnologico sul fronte della ricezione del segnale televisivo, delle centraline e delle antenne. Nessuno conosce il numero di impianti televisivi condominiali e individuali, una vera giungla di apparati. Nel peggiore dei casi si potrebbe arrivare ad un televisore su quattro colpito da interferenze. “L’obiettivo delle varie sperimentazioni in atto è realizzare il maggior numero possibile di simulazioni geografiche, per fornire una stima a livello nazionale delle potenziali problematiche interferenziali – dice l’ingegner Andrea Neri della Fub -. Dalle prime valutazioni non prevediamo che la situazione sarà drammatica”.
Diversa la situazione nel Regno Unito, dove sono almeno due milioni le famiglie che rischiano di subire problemi di ricezione del segnale tv del digitale terrestre a causa delle interferenze dell’Lte. Lo ha riferito di recente in Parlamento il ministro britannico della Cultura Ed Vaizey, in una risposta scritta ad un’interrogazione parlamentare in materia di interferenze. Sono 10 milioni le case Dtt presenti nel Regno Unito e quelle che rischiano di avere problemi sono pari al 20% del totale.
Questo l’esito di uno studio dell’Ofcom, l’Agcom inglese, che nell’ultimo anno ha effettuato una serie di sperimentazioni in tutto il paese. C’è da dire che a causa del problema interferenze l’Ofcom stessa ha messo l’asta Lte in stand by in Uk, unico grande paese europeo dove l’assegnazione delle frequenze a 800 Mhz e 2,6 Ghz non ha ancora avuto luogo. Il ritardo è dovuto alla volontà di mettere a punto una strategia condivisa sulle interferenze prima di assegnare le nuove licenze del 4G. Secondo l’Ofcom, il numero di abitazioni colpite dalle interferenze dell’Lte potrebbe crollare a poche migliaia a livello nazionale con l’installazione di un particolare filtro anti-interferenza. Una misura tecnica per mitigare il problema che sarà risolto grazie ad un’apposita società, partecipata dagli operatori Uk che si faranno in parte carico delle spese di installazione del filtro. La società delle telco metterà sul piatto 180 milioni di sterline, pari a 225 milioni di euro per ovviare ai problemi di interferenza in Uk.
Anche in Francia l’anno scorso il problema delle interferenze dell’Lte a 800 Mhz con il digitale terrestre ha tenuto banco. Dopo la sperimentazione nella cittadina di Laval, verificata l’alta incidenza delle interferenze dei ripetitori del 4G sul segnale dei televisori, l’Anfr (Agence nationale des Frequénces) ha concluso che sono necessari interventi tecnici sia sulle antenne telefoniche sia su quelle televisive. Parigi ha deciso di far pagare gli interventi tecnici per risolvere le interferenze agli operatori (Orange, Bouygues Telecom, France Telecom e Sfr).