Google sta tentando una mediazione con le autorità antitrust dell’Ue, per spegnere le preoccupazioni di Bruxelles circa i sospetti di favorire i contenuti autoprodotti nel posizionamento delle news e dei consigli ai naviganti sulle pagine del motore di ricerca. Google ha proposto di “etichettare” con il proprio brand tutte le informazioni e i servizi prodotti in-house che compaiono nelle ricerche.
Nel quadro dell’accordo, scrive il Financial Times, Google propone di etichettare tutti i risultati che riguardano mappe, quotazioni di borsa, compagnie aeree e in generale tutti i contenuti autoprodotti dal search engine. La proposta del motore di ricerca ha l’obiettivo di rispondere alle preoccupazioni sollevate da Joaquin Almunia, commissario europeo per la Concorrenza, secondo cui Google, con pratiche anti concorrenziali, favorirebbe, nel risultato delle ricerche risultati autoprodotti o provenienti dai partner, a danno dei competitor.
La proposta di Google non sembra convincere i competitor, secondo cui Google, in maniera consapevole, ruberebbe il traffico online favorendo i propri contenuti. “Google sarebbe in ogni caso disposto a piazzare i competitor a pagina 35 di una ricerca, qualsiasi soluzione venga adottata dovrebbe andare molto oltre “rispetto a quella proposta da Google ndr)”, dice Ben Edelman, professore associato della Harward University.
Google controlla il 95% del mercato delle ricerche online, il posizionamento dei risultati è un aspetto fondamentale per il successo delle aziende sul web.
La Commissione europea ha aperto un’indagine contro Google il 30 novembre 2010 a seguito delle denunce presentate da altre società, tra le quali il portale Ciao, rilevato nel 2008 da Microsoft. La stessa Microsoft ha depositato nel 2011 un ricorso contro Google puntando l’indice sull’abuso di posizione dominante. Anche i siti di viaggi Expedia e TripAdvisor si sono rivolti alla Commissione europea, nell’ambito dell’inchiesta aperta contro il gigante Internet per abuso di propria posizione dominante. A questo punto la Commissione sta cercando di verificare se Google stia favorendo i propri servizi e stia penalizzando quelli dei concorrenti nell’ambito dei risultato che fornisce il motore di ricerca. L’inchiesta si allarga inoltre alle possibili clausole di esclusiva imposte ai partner pubblicitari. Responsabile del procedimento è il commissario europeo alla concorrenza, Joaquin Almunia.