«È ormai evidente che sfruttare al meglio il potenziale Ict, favorirebbe l’innovazione, la crescita economica e la competitività, ottenendo concreti benefici socio-economici”. Non ha dubbi sulla necessità per il Paese di spingere sull’innovazione il presidente della Fondazione Ugo Bordoni Alessandro Luciano. Ma affinché sia possibile realizzare concretamente gli obiettivi dell’Agenda digitale “è necessario seguire una roadmap che, stabilite le priorità, crei un circolo virtuoso idoneo a conseguire le sfide e gli obblighi comunitari a partire da ulteriori e sostanziosi investimenti infrastrutturali sulle reti, accompagnati da una strategia che individui di volta in volta, tenendo ben presente la richiesta di servizi, la tecnologia più idonea”.
Presidente, quali sono le priorità?
In Italia sembra emergere la necessità di un mix di tecnologie (fibra e radio) che riesca a soddisfare il bisogno di un nuovo ambiente digitale in continua evoluzione. Per far questo, la Fub auspica e promuove un’ attenta gestione dello spettro radio per indirizzare al meglio l’uso e lo sfruttamento delle frequenze.
A proposito di frequenze, si stringono i tempi per il rilascio alle telco di quelle in capo alla Tv. State monitorando la situazione e state svolgendo un ruolo in tal senso?
La Fondazione Bordoni fornisce il supporto tecnico, scientifico, operativo, nonché di verifica e monitoraggio nella transizione al digitale terrestre. Il processo porta con sé la liberazione dei canali dal 61 al 69 attualmente in uso per i servizi televisivi destinati invece ai servizi mobili, non senza polemiche. Nelle regioni passate al digitale durante l’ultimo anno il problema non si pone poiché i canali non sono stati assegnati alle emittenti locali. In quelle digitalizzate sino al 2010, invece, è stata avviata, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, una procedura ad hoc che suddivide i 174,7 milioni a disposizione sia per regione sia per frequenza. La procedura prevede una prima adesione volontaria e una successiva graduatoria, nel caso in cui le adesioni volontarie non risultassero sufficienti. Non ho dubbi che il Ministero riuscirà a rispettare anche questo impegno.
L’Lte riaccende la questione dei limiti delle emissioni. Sarà necessaria una nuova analisi dei livelli delle emissioni?
Non credo. Ma occorre razionalizzare le procedure di autorizzazione e di misura, onde evitare l’introduzione di nuovi margini di cautela che rischierebbero di compromettere lo sviluppo dell’Lte. Nel nostro Paese, visti i limiti più cautelativi d’Europa, appare sufficiente rispettarli senza introdurre nella pratica quotidiana ulteriori cautele. L’eventuale revisione della normativa dovrà tener conto delle istanze degli operatori e della sensibilità sociale propria delle istituzioni nazionali e delle agenzie regionali deputate al controllo del rispetto dei limiti. È fondamentale riattivare una collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti. La Fub, che in passato ha già ricoperto il ruolo di coordinamento tramite campagne di monitoraggio, può essere un punto di riferimento per nuove iniziative soprattutto in virtù del suo ruolo tecnico e super partes.
Passiamo al telemarketing: il Registro delle opposizioni continua ad essere oggetto di critiche. A cosa mira l’intesa appena siglata con il Comitato di garanzia di Asstel?
A più di un anno dall’attivazione del Registro non possiamo che ritenerci soddisfatti: abbiamo superato un milione di abbonati iscritti e sono 418 gli operatori di telemarketing che consultano abitualmente il Registro. Nonostante ciò da mesi assistiamo ad una campagna denigratoria supportata da motivazioni inesatte e confuse. È necessario, nel rispetto degli operatori di telemarketing, ridurre l’ambito di incertezza delle norme e la possibilità di aggirarle in modo da facilitare il compito non solo del gestore del servizio, la Fub, ma anche quello delle Autorità preposte a sanzioni regolatorie. L’introduzione del regime di “opt-out” ha sollevato alcune polemiche, ma sono convinto che nel periodo precedente alla nascita del Registro gli abbonati non erano più tutelati, La sottoscrizione del protocollo con il Comitato di garanzia di Asstel mira a promuovere azioni volte a favorire una maggiore tutela degli iscritti.
La Fub ha annunciato di voler estendere il proprio raggio d’azione: a che punto siete?
Partendo dal nostro “core business”, l’Ict, abbiamo ampliato il nostro interesse verso il mondo delle reti energetiche. Un ambito la cui rapidissima evoluzione richiede l’utilizzo sempre più indispensabile di tecnologie Ict. Sono necessarie soluzioni innovative e una capacità di individuare strategie tecnicamente valide e affidabili. Perciò abbiamo attivato una serie di collaborazioni importanti con Enel, Enel Green Power, Eni, Acea, Terna e Cesi e abbiamo aderito al progetto Res4Med in cui il nostro impegno si delinea attraverso proposte in grado di tracciare lo stato delle infrastrutture di Tlc e dei relativi piani di sviluppo nei paesi di interesse del bacino del Mediterraneo. Una technology review che sarà punto di partenza per definire le strategie di integrazione delle tecnologie Ict nelle centrali energetiche.
L'INTERVISTA
Luciano (Fub): “L’Italia si dia una roadmap digitale”
Il presidente della Fondazione Ugo Bordoni: “Per spingere l’innovazione reti e servizi devono marciare di pari passo”
Pubblicato il 04 Lug 2012
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