In principio fu Gunter Pauli, il consigliere economico del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a ipotizzare a inizio pandemia, con tanto di tweet, la correlazione fra la diffusione del virus a Wuhan e quella in Nord Italia a causa delle antenne 5G. E in questa seconda ondata è Giuseppe Tiani, presidente di InnovaPuglia e Segretario nazionale del sindacato di polizia Siap a farsi “portavoce” dell’ennesima fake news.
Tiani addirittura in audizione alla Commissione Affari Costituzionali alla Camera ha presentato – facendosi bello e autocompiacendosi della trovata – un ciondolo anti-batterico “che inibisce qualsiasi virus di segno positivo”. Una trovata che lo ha costretto alle inevitabili dimissioni dalla in-house della Regione Puglia, viste le polemiche che ne sono seguite nonostante la tardiva arrampicata sugli specchi con un poco credibile “mai messo il ciondolo in relazione al Covid”.
In Italia continuano dunque a proliferare le fake news sul Covid-19 e quel che è peggio è che a diramare false notizie sono personaggi che dovrebbero avere una qualche cognizione di causa stando ai ruoli che ricoprono. E sono talmente tante le fesserie e gli annunci ai limiti della truffa che l’Antitrust in questi mesi ha dovuto sanzionare e inibire tante di quelle iniziative che si sono persi i conti. Un fenomeno, per carità, non solo italiano, ma ciò non scema la pena, come vorrebbe il proverbio.
È sulla correlazione fra la tecnologia 5G e il Covid-19 che a livello mondiale si è concentrata talmente tanto l’attenzione da costringere ad azioni forti i principali social: bannati e stoppati i contenuti, inclusi quelli video, legati a cospirazioni e teorie complottistiche, ma non è bastato a tenere testa al fenomeno.Il tutto mentre cresce la domanda di connettività e di banda ultralarga e bisogna accelerare sulla realizzazione delle nuove reti, pilastro fondamentale della ripresa economica e, in questa delicata fase, della tenuta dell’operatività di molte aziende che si sono convertite allo smart working e dell’istruzione attraverso la didattica a distanza.
Dopo il 5G tocca ora ai termoscanner e persino ai vaccini. Circolano da settimane la fake news sui danni alla memoria causati dalla misurazione della temperatura attraverso i termoscanner e quelle sui microchip da impiantare sottopelle in fase di vaccinazione per controllare la popolazione, anzi l’intera umanità. Insomma, chi più ne ha più ne metta.