Il lockdown e le successive misure prese per arginare la pandemia hanno messo il Paese di fronte alla sfida della scuola digitale. La didattica a distanza (Dad) è diventata repentinamente realtà: migliaia e migliaia di bambini e ragazzi si sono trovati a fare lezione davanti allo schermo del pc o dello smartphone. Ma se da una parte la Dad è una chance imperdibile per innovare i sistemi di insegnamento e apprendimento, dall’altra rischia di lasciare indietro più di qualcuno. Secondo una recente indagine Istat, infatti, il 33,8% delle famiglie italiane non ha un pc o un tablet in casa e il 57% dei ragazzi deve condividere un solo computer in famiglia.
Un problema che va oltre l’emergenza sanitaria dato che in futuro, non troppo remoto, la scuola sarà sempre più digitale e gli studenti avranno sempre più bisogno di supporti tecnologici per poter studiare.
In questo contesto, su iniziativa di quattro ragazzi di Milano, nasce PC4U.tech: si tratta di una piattaforma web che mette in collegamento studenti che hanno esigenza di un dispositivo per la didattica digitale (Pc o tablet) con persone o aziende dotate di dispositivi usati, ma funzionanti, da donare.
“Durante il primo lockdown, ascoltando i racconti di parenti e amici – racconta Jacopo Rangone, uno degli ideatori dell’iniziativa – ci siamo resi conto che molti ragazzi non avevano a disposizione device adeguati per seguire le lezioni a distanza. Insieme a Matteo, Emanuele e Pietro (gli altri ideatori ndr) abbiamo pensato servisse una soluzione semplice e veloce che rispondesse a questi bisogni. Così è nata la piattaforma web PC4U.tech: le persone a cui serve un computer e un laptop hanno ha disposizione un ‘bottone’ ad hoc per fare richiesta così come i privati e le aziende che intendono fare donazioni”.
Finora, grazie all’iniziativa che coinvolge Milano e il suo hinterland, sono stati consegnati circa 100 dispositivi – 40 dei quali provenienti da aziende – a fronte di 150 donazioni e un totale di 300 richieste (di queste ne sono state accettate 150).
“I computer che ci vengono donati – puntualizza Jacopo – devono essere ricondizionati, soprattutto quelli che arrivano dai privati mentre quelli delle aziende in genere sono più funzionali. Per questa fase, più tecnica, ci avvaliamo della consulenza di Informatici Senza Frontiere che si occupa, appunto, di questo processo. Per quanto riguarda invece la consegna, ci appoggiamo a For-Te, il primo servizio di delivery in Italia realizzato da persone con disabilità intellettiva. Il ritiro è compito dei volontari che in bici si recano sul luogo”. Una vera e propria “filiera”, insomma.
La piattaforma non filtra le richieste. “In realtà l’unico dato che chiediamo è il codice fiscale dello studente – dice Jacopo – Per un momento avevamo pensato di far inserire anche il dato Isee ma poi ci siamo resi conto, con l’esperienza, che chi faceva quella richiesta aveva davvero bisogno di un device. Per ora non abbiamo mai dovuto gestire richieste di chi non avesse una stringente necessità”.
Ora con la nuova ondata del virus e le misure restrittive che hanno rilanciato la didattica a distanza, per PC4U.tech si apre una nuova fase. “Le richieste stanno aumentando e di conseguenza l’impegno – fa sapere Jacopo – Per questo motivo abbiamo lanciato una campagna di fundraising a cui si può accedere da questo link http://sostieni.link/26173”.
Un contributo per permettere a tutti a ragazzi di accedere al diritto allo studio e non lasciare nessuno indietro.