Prezzi più alti per i servizi regolati di accesso al rame e alla fibra potrebbero spingere gli investimenti in reti di nuova generazione. E’ il risultato dello studio realizzato da “Charles Rivers Associates” per la Commissione europea.
Secondo lo studio la creazione di adeguati incentivi per gli investimenti nella fibra comporterà, in generale, che i prezzi d’accesso alla fibra saranno più alti di quanto lo sarebbero stati seguendo un approccio standard di orientamento al costo. Inoltre l’abbassamento dei prezzi di accesso al rame potrebbe facilmente scoraggiare gli investimenti nelle reti in fibra. Prezzi di accesso al rame troppo bassi potrebbero anche avere effetti negativi sull’uso efficiente delle tecnologie alternative.
“Il livello ottimale del prezzo di accesso al rame – spiegano gli esperti della Charles Rivers – sarà variabile tra le diverse regioni che presentano diversa densità di domanda (ad esempio, sono più o meno densamente popolate) e diversi modelli di concorrenza con altre tecnologie”.
Lo studio analizza anche il ruolo dei regolatori e rileva che è difficile stabilire se un regolatore sarebbe mai in grado di calibrare questo livello con qualche grado di certezza. Ci sarebbe poi ampio margine di manovra per gli operatori storici nel processo di regolamentazione, data la dipendenza del regolatore dalle informazioni fornite dagli operatori storici stessi.
Inoltre se gli investimenti nelle reti in fibra devono essere incoraggiati il prezzo al quale si richiede agli investitori di fornire l’accesso deve essere abbastanza alto da riflettere i costi reali dell’investimento.
“Gli incentivi ad investire nella fibra sono influenzati non solo dal prezzo di accesso alla fibra, ma anche dal prezzo di accesso alle reti in rame esistenti – conclude la ricerca – Contrariamente a quanto affermato in alcuni interventi recenti, la nostra analisi rileva che, in un mondo dove le reti in rame e fibra coesistono, abbassare i prezzi di accesso al rame non può essere un modo efficace per incoraggiare gli investimenti nella fibra”.
Lo studio è stato commissionato dal commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, che dovrà decidere se utlizzare questi risultati per direzionare le decisioni di Bruxelles sul tema degli investimenti in fibra. Nelle scorse settimane il commissario aveva comunque detto che avrebbe tenuto conto dei dettagli emersi dal report.