Un’alleanza formativa d’eccellenza in cui impresa, accademia e ricerca sono impegante fianco a fianco per formare figure professionali innovative con un alto livello di qualificazione nell’intelligenza artificiale, che siano in grado di impiegare le prorpie conoscenze tecnologiche e scientifiche a vantaggio della pubblica amninistrazione, dei centri di ricerca e delle imprese. E’questo l’obiettivo della “AI Academy” nata dalla partnership tra Sapienza Università di Roma, Tim e Google. I percorsi di formazione, si legge in una nota, saranno altamente qualificati e volti al perfezionamento scientifico multidisciplinare, dalla progettazione e gestione delle emergenze socio-sanitarie alla riflessione sull’etica e sui profili giuridici e regolamentari posti dall’innovazione tecnologica e alle competenze tecniche e strategiche applicate al business.
Il progetto rientra nel programma più ampio di “Operazione risorgomento digitale“, messo in campo da Tim con 30 partner per la diffusione della cultura digitale nel Paese, e di “Italia in Digitale“ di Google, il recentemente avviato in Italia per dare impulso alla ripresa economica grazie a progetti di formazione, strumenti e partnership per supportare le aziende e le persone in cerca di opportunità lavorative.
“AI Academy” si rivolge a neolaureati e professionisti che potranno contribuire a ridisegnare i modelli di business “per mettere a frutto – prosegue il comunicato – tutte le potenzialità dell’intelligenza artificiale coniugando saperi umanistici, scientifici e tecnologici”.
La presentazione dei percorsi formativi è prevista per dicembre, mentre il corso di alta formazione “Artificial Intelligence for Crisis & Emergency Management in Medicine” partirà a gennaio, e avrà lo scopo di trasferire le competenze necessarie per gestire con le più avanzate tecnologie le situazioni di emergenza e di crisi socio-sanitarie. A seguire, nel primo trimestre del 2021 partirà il corso di alta formazione “Etica, Diritti e Policies dell’Intelligenza Artificiale“, che sarà incentrato sul potenziale dell’intelligenza artificiale e del machine learning in termini di impatto sulla società, per garantire che il loro sviluppo e la loro applicazione alla vita di tutti i giorni si ispirino alle garanzie dell’etica pubblica.
Per la primavera è previsto l’inizio del corso specialistico “AI Strategies & Business Applications“, che sarà rivolto ai soli professionisti che operano in azienda per comprendere le opportunità offerte dall’adozione di soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale, valutandone i rischi e stimandone i costi.
Tra gli obiettivi principali di “AI Academy” c’è quello di promuovere la contaminazione culturale e, attraverso la sua offerta formativa multidisciplinare che unisce tecnologia, etica, filosofia, sostenibilità e cura delle comunità, mira a creare circuiti di feedback capaci di massimizzare gli impatti positivi dell’AI sul tessuto sociale.
“Non c’è campo in cui l’intelligenza artificiale non potrà aiutare quella umana – afferma Carlo Nardello, Chief strategy, business development & transformation officer di Tim – Non stiamo parlando di una tecnologia nuova, ma la novità consiste nel cloud che le dà la possibilità di espandersi: ormai è più opportuno parlare di integrazione piuttosto che di una singola tecnologia, dal momento che assistiamo ad una sinergia tesa a dare un impulso all’economia. Noi, come Tim, vogliamo estendere l’applicazione dell’intelligenza artificiale sul piano aziendale per migliorare la nostra interazione con i clienti, sviluppare l’offerta, rafforzare l’infrastruttura di rete e le prestazioni e ridurre i guasti: abbiamo già raggiunto alcuni risultati ma il problema principale riguarda le competenze”.
“Le persone sono centrali, è la componente più importante di qualsiasi azienda: le fantasia e la creatività nella ricerca di soluzioni sono caratteristiche umane di cui nessuna impresa può fare a meno, e le relazioni rappresentano una ricchezza che aiuta lo sviluppo del business – aggiunge Luciano Sale, direttore Human resources, Organization and Real estate di Tim – Già da due anni facciamo un engagement survey per capire meglio i bisogni dei nostri colleghi e dipendenti, creando un ecosistema di attenzione nei confronti delle persone in modo che siano orgogliosi di lavorare per noi e ci diano fiducia”, ha spiegato, sottolineando la necessità di far sì che la digitalizzazione dei processi sia diffusa all’interno di tutta la società. Tim è un’azienda paese, e come tale ha l’ambizione di cercare di digitalizzare il paese non solo sul piano delle imprese e della pubblica amministrazione, ma anche per i cittadini fornendo loro nuovi mezzi di comunicazione, studio e lavoro”.