AGENDA DIGITALE

Smart city, ecco il bando Miur da 665,5 milioni

I fondi destinati a imprese, centri di ricerca e consorzi. 25 milioni di euro per le iniziative degli under 30. Il ministro Francesco Profumo: “Città intelligenti chiave della social innovation”

Pubblicato il 06 Lug 2012

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Oltre 660 milioni di euro. A tanto ammonta il nuovo bando di gara sulle smart city pubblicato dal ministero dell’Istruzione. Con il nuovo avviso “Smart Cities and Communities and Social Innovation” il Miur assegna 665,5 milioni di euro – di cui 170 milioni di contributo nella spesa e 485,5 milioni per il credito agevolato aperto a imprese, centri di ricerca, consorzi e società consortili, organismi di ricerca con sedi operative su tutto il territorio nazionale.

“Le idee – fanno sapere da Viale Trastevere – dovranno proporre interventi e sviluppare modelli per risolvere problemi di scala urbana e metropolitana negli ambiti individuati dal Miur: Sicurezza del Territorio, Invecchiamento della Società, Tecnologie Welfare ed Inclusione, Domotica, Giustizia, Scuola, Waste Management, Tecnologie del Mare, Salute, Trasporti e Mobilità Terrestre, Logistica Last-Mile, Smart Grids, Architettura Sostenibile e Materiali, Cultural Heritage, Gestione Risorse Idriche, Cloud Computing Technologies per Smart Government”.
Una quota della dotazione finanziaria – pari a 25 milioni di euro – è destinata ai giovani di età non superiore ai 30 anni che vogliano presentare Progetti di Innovazione Sociale. La scadenza per la presentazione delle Idee progettuali è stata fissata al 9 novembre 2012, mentre i Progetti di innovazione sociale possono essere presentati fino al 7 dicembre 2012.

Si tratta del secondo bando dedicato alle città intelligenti che segue quello pubblicato lo scorso marzo finanziato nell’ambito del Pon Ricerca e Competitività con oltre 200 milioni di euro.

Le smart city sono uno dei pilastri dell‘Agenda digitale. “Le smart city saranno l’infrastruttura immateriale nonchè un nuovo genere di bene comune su cui andranno a confluire tutte le azioni in grado di realizzare una social innovation”, ha detto a più riprese il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo. Secondo Profumo la rivoluzione del sistema Paese passa per la social innovation. “L’innovazione va declinata in senso sociale, secondo i principi della condivisione delle buone pratiche e della coesione sociale” In altre parole “è necessario ripensare l’offerta dei servizi pubblici in un’ottica di utilità sociale: ogni euro investito in nuove tecnologie deve essere reinvestito anche nel sociale con il duplice obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini e contribuire alla crescita economica”.

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