L'OPERAZIONE

Cedacri, corsa a 4 per l’acquisizione. Valutazione 1,6 miliardi

Accenture, Engineering, Ion Investimenti e Reply interessate a comprare la società specializzata nei servizi IT per le banche

Pubblicato il 25 Nov 2020

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Entra nel vivo la vendita di Cedacri. Secondo indiscrezioni il dossier, iniziato con la ricerca di un partner tecnologico  si è progressivamente spostato verso la cessione della maggioranza.

Attualmente la società italiana specializzata nella fornitura in outsourcing di servizi di information technology per le banche, partecipata da un gruppo di istituti di credito di piccole e medie dimensioni e soprattutto dal fondo Fsi Mid-Market Growth Equity Fund, è valutata 1,6 miliardi.

In corsa si sarebbero quattro aziende: si tratta di Accenture, Engineering (in cordata con Bain Capital), Ion Investimenti e Reply (affiancata dal fondo Apax).

Gli azionisti di Cedacri sarebbero affiancati sull’operazione da Deutsche Bank.

Cedacri, sulla spinta della strategia messa in campo dall’Ad Corrado Sciolla, è molto cresciuta negli ultimi anni raggiugendo un fatturato pari a 400 milioni, 90 milioni di margine operativo loro e 2400 dipendenti.

A pagare anche le acquisizioni: nel 2019 c’è stato l’acquisto di Oasi, la piattaforma di Nexi per l’antiriciclaggio valutata 150 milioni, e Cad.it, il gruppo specializzato nella regolamentazione e nello scambio dei servizi finanziari. Anche questa società era stata valutata 150 milioni.

L’azienda è ormai una realtà con numeri importanti e con una valutazione molto cresciuta dall’ingresso di Fsi, il gruppo finanziario guidato da Maurizio Tamagnini e partecipato dai maggiori fondi sovrani al mondo, che ha comprato il 27,1% di Cedacri nel gennaio 2018.

Fsi aveva investito quasi 100 milioni di equity, con un’opzione per salire al 33 per cento.

La compagine azionaria dei soci di Cedacri è molto frammentata. Dopo l’ingresso di Fsi, erano rimaste nel capitale di Cedacri, per il restante 73%, 14 tra le principali banche clienti: Mediolanum (15,6%), CrAsti (11,1%), Banco di Desio e della Brianza (10,1%), Unipol Banca (7,5%), Popolare di Bari (6,6%), Cr Bolzano (6,5%), Banca del Piemonte (4,2%), Credem (3,9%), Cassa Sovvenzioni e Risparmio del Personale di Banca d’Italia (2%), Reale Mutua (1,3%), Banca del Fucino (1,1%), Banca Valsabbina (1,1%), Cassa di Risparmio di Cento (1%) e Cassa di Risparmio di Volterra (ancora con un 1%).

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