Un accordo che mette in sicurezza il comparto e lo prepara alle sfide del futuro, al contempo sostenendo lo sviluppo del sistema Paese. Laura Di Raimondo, direttore di Asstel, spiega a CorCom i punti salienti e gli aspetti innovativi del recente accordo sul contratto nazionale delle Tlc.
Dopo lunghe trattative è stato firmato il Ccnl delle Tlc. Quali sono i punti salienti in discontinuità con il passato?
La sottoscrizione dell’Accordo per il rinnovo del Ccnl per i dipendenti delle Tlc rappresenta un segnale importante per le imprese, le donne e gli uomini della filiera in un momento storico di grandi incertezze economiche e di preoccupazione sanitaria. L’intesa – avvenuta in modalità completamente digitale a vent’anni dalla firma del primo Ccnl del settore – pur nella consapevolezza di essere realizzata in un contesto caratterizzato da problematiche legate alla contrazione dei valori di mercato, ha provato a concretizzare un sistema di tutele evoluto che non solo interpreta e fa proprie le istanze di oggi, ma si pone l’obiettivo di facilitare l’individuazione di quelle di domani per dare alle imprese e ai lavoratori uno strumento che sia capace di accompagnare la nostra filiera negli anni a venire. Se dovessi dire quali sono gli elementi distintivi, indico: la trasformazione delle competenze in ottica di digitalizzazione del lavoro; l’investimento nella crescita della produttività e nelle persone; la centralità delle relazioni industriali.
L’accordo ha un forte ancoraggio al Patto per la Fabbrica. Cosa significa, in concreto?
Per la prima volta affronta anche un tema di politica industriale: l’impegno di avviare un percorso utile per affrontare i temi cardine del settore Crm-Bpo, attraverso proposte che ne favoriscano, almeno in parte, le condizioni di sostenibilità complessiva, con particolare attenzione all’innovazione di servizio, la produttività del lavoro e lo sviluppo del capitale umano. Abbiamo anche voluto affrontare la gestione del lavoro per quanto riguarda gli orari e più in generale la sua organizzazione, offrendo ancora più spazio alla contrattazione aziendale anche mettendo, ad esempio, a fattor comune l’importante esperienza degli ultimi mesi con lo smart working. Sono convinta che uno dei punti più distintivi e innovativi del rinnovo contrattuale riguardi la rivisitazione complessiva del sistema di classificazione del personale legato ai processi di trasformazione digitale. Infatti, abbiamo inserito 26 nuovi profili professionali e il superamento dei profili più obsoleti. Il tema delle competenze digitali rappresenta una delle sfide prioritarie per aumentare la competitività del nostro sistema e accrescere la qualità del mercato del lavoro. In questo processo, la formazione dentro e fuori le aziende ricopre un ruolo centrale sia per educare dai banchi di scuola le nuove generazione all’uso di un linguaggio sempre più digitale, sia per riqualificare e riconvertire durante tutto l’arco della vita il bagaglio culturale dei lavoratori. E’ indubbio che la formazione costituisca un processo continuo, in evoluzione.
Una parte importante, come appena evidenziato, è dedicata al lavoro agile. Cosa prevede e come impatteranno le nuove regole sulle attività di aziende e lavoratori?
L’emergenza sanitaria ha acceso i riflettori sullo smart working quale leva di innovazione organizzativa del lavoro nonché di produttività. Risulta dunque decisivo a questo stadio del dibattito trovare un equilibrio tra il diritto alla disconnessione e il diritto all’inclusione. In materia di lavoro agile, la filiera delle Telecomunicazioni ha rotto gli indugi e per prima lo scorso 30 luglio, dotandosi di un Protocollo che fissa le Linee Guida in materia, ora recepite nel Ccnl. E’ stata trasferita così per iscritto l’esperienza maturata negli anni e che ha permesso, nella prima emergenza, di remotizzare le attività di oltre 80.000 persone, comprese quelle impiegate nel settore del Customer Care. Il Protocollo costituisce dunque il riferimento per la definizione di specifici accordi in materia, demandati alla contrattazione di secondo livello (nel nostro settore sono già stati sottoscritti Accordi sulla new normal importati quali quello di Fastweb, Tim e Vodafone) che potrà intervenire sulla disciplina dell’orario di lavoro (durata giornaliera e settimanale, collocazione giornaliera), regolamentando l’esercizio del diritto alla disconnessione e affiancando la possibilità di individuare misure di welfare per supportare l’attività di lavoro agile. Non possiamo non collocare la nostra esperienza come apripista di un nuovo modello di organizzare il lavoro.
Via anche al Fondo bilaterale di settore. Perché è importante?
E’ un elemento di rilevanza strategica per il settore. Il “Fondo Bilaterale di Solidarietà” rappresenta un’iniziativa di politiche attive del lavoro finalizzate a guidare la trasformazione di tutta la Filiera verso una maggiore digitalizzazione. Il Fondo, infatti, è una delle novità di questo contratto. Per essere operativo sono ancora necessari dei passaggi istituzionali come prevede la normativa di riferimento, dopodichè sarà finanziato con risorse delle aziende, per due terzi, e dei lavoratori, per un terzo. Servirà a supportare e accompagnare la trasformazione delle nostre imprese dei prossimi anni sia per gli investimenti necessari per implementare una nuova organizzazione del lavoro, sia quelli relativi ai percorsi di formazione continua e professionale dei lavoratori. Riteniamo che la capacità di azione del Fondo sarebbe sicuramente di portata maggiore attraverso un sostegno pubblico che dia ampio respiro alle necessità della filiera Tlc che è un asset strategico della trasformazione digitale del Paese. Nel dettaglio, saranno disponibili per imprese e lavoratori sia prestazioni di sostegno al reddito sostitutive per le imprese (Customer Care) che rientrano nel campo di applicazione del Fis, sia prestazioni di sostegno al reddito aggiuntive per le imprese che rientrano sia nel campo di applicazione del Fis sia nel campo di applicazione della Cigs nonché il finanziamento di formazione professionale e riqualificazione. La formazione continua nel corso di tutta la vita professionale è la vera leva strategica su cui investire. Il futuro delle imprese e dei lavoratori dipende in buona parte proprio dalla capacità di formare continuamente i lavoratori. Solo così le aziende saranno in grado di rispondere velocemente ai cambiamenti, spesso repentini, che caratterizzano il settore.
Che significato ha l’intesa trovata con i sindacati sul fronte delle relazioni industriali?
Il nuovo Ccnl Tlc è il risultato di un sistema relazionale che interpreta il confronto non come un semplice momento “di scambio tattico” bensì come un momento condivisione di una visione complessiva che guarda alla partecipazione come un valore. Questo modello di Relazioni Industriali ha consentito, in modo assolutamente pionieristico, di introdurre la cosiddetta “clausola di esigibilità dei contratti”. Infatti, per la prima volta si assiste alla definizione di una completa procedura di esame e di controllo degli impegni reciprocamente assunti tra le parti in sede di contrattazione introducendo un confronto all’interno di commissioni bilaterali territoriali, nazionali e di saggi volte dirimere eventuali controversie interpretative, prevedendo – in estrema “ratio” – anche una sanzione di 400 euro a carico della parte inadempiente da destinare ad iniziative benefiche e/o solidaristiche. Abbiamo rafforzato il modello di confronto partecipativo e finalizzato alla contrattazione di anticipo, confermando in primo luogo il ruolo strategico del Forum Tlc prevedendo la promozione a tutti i livelli della diffusione della «cultura» di Settore e delle relazioni Industriali agli interlocutori sindacali iniziando dalle Rsu. A tal fine, il nuovo Ccnl prevede momenti divulgativi su base annuale da tenersi sia a livello nazionale sia con le singole imprese. E’ il dialogo il sistema perfetto, che consente di trovare nel rispetto reciproco la forza per risolvere i problemi che si pongono.