Per il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden il digitale sarà una delle grandi sfide di una fitta agenda politica. Il presunto “monopolio” delle Big tech, ma anche la trade war con la Cina trasformatasi in una battaglia per il predominio tecnologico sono già sul tavolo del vincitore Democratico delle elezioni presidenziali Usa.
Un gruppo di 32 associazioni statuntensi in difesa della libera concorrenza, dei consumatori e dei diritti del lavoro ha infatti scritto a Biden chiedendo di chiudere le porte alla pesante influenza esercitata a Washington dai colossi delle Silicon Valley tramite le loro lobby e i loro top executive.
Anche l’Europa si fa avanti. In un incontro a porte chiuse riportato da Politico, rappresentanti della Commissione europea hanno indicato ad alcuni eurodeputati che Bruxelles intende proporre a Biden l’istituzione di un “Transatlantic trade and technology council” per fissare standard comuni sulle nuove tecnologie. L’obiettivo è rinsaldare i rapporti transatlantici resi più imprevedibili dalla presidenza Trump e rafforzare l’asse tecnologico Usa-Ue per ridurre il peso della Cina nell’industria hitech.
Le associazioni Usa: Big Tech fuori da Washington
La lettera delle associazioni antitrust e pro-consumatori Usa arriva dopo che Reuters ha riportato che nel team di transizione di Biden sono stati nominati più manager di aziende tecnologiche che critici dell’industria hitech. Perciò nella lettera a Biden si chiede di escludere dalla nuova amministrazione gli executive, i lobbisti e i consulenti che lavorano per o con le Big Tech come Google, Facebook, Amazon, Apple e Microsoft. Le associazioni firmatarie – Public citizen, American economic liberties project, Open markets institute, Progressive democrats of America, the Revolving door project, e Athena – sostengono che i colossi tecnologici danneggiano la concorrenza, i consumatori e la stessa economia degli Stati Uniti.
“Pensiamo che la sua amministrazione debba considerare le minacce poste dalle aziende monopolistiche Big Tech … tuttavia potremo rendere queste aziende responsabili delle loro azioni e eventualmente condurle a un cambiamento solo se la sua amministrazione non includerà affiliati di queste stesse aziende”, si legge nella lettera.
Asse Usa-Ue sugli standard tecnologici globali
Quanto al “Transatlantic trade and technology council” su cui sta ragionando la Commissione europea, la proposta, secondo Politico, è inserita anche in un paper dell’esecutivo Ue spedito ai Paesi-membri. Il documento illustra la possibile strategia per un’alleanza transatlantica che contrasti l’aggressiva ascesa di Pechino. L’obiettivo del patto Usa-Ue sarebbe di rafforzare la leadership tecnologica e industriale ed ampliare gli scambi commerciali e gli investimenti bilaterali.
“Si concentrerà sulla riduzione delle barriere al commercio, sullo sviluppo di standard compatibili e approcci regolatori per le nuove tecnologie … Come parte di questo obiettivo sarà da prevedere ….una più stretta cooperazione sullo….screening degli investimenti, i diritti di proprietà intellettuali, i trasferimenti forzati di tecnologia e i controlli sulle esportazioni“, si legge nel paper.
Valdis Dombrovskis, commissario Ue all’Economia e commercio, aveva già ventilato l’ipotesi dei una nuova alleanza Usa-Ue sulle tecnologie e i servizi digitali e un allineamento su regole e standard in un incontro con i ministri dell’Unione a novembre.
Bruxelles vorrebbe recuperare parti della Transatlantic trade and investment partnership (Ttip), mai arrivata alla conclusione dei negoziati, e che riguadava proprio la collaborazione sulle tecnologie emergenti come intelligenza artificiale, automazione e guida driverless, dove sia gli Usa che l’Europa temono che la Cina possa assumere un primato tale da imporre gli standard globali.