IL REPORT

Cloud & Security, accoppiata da 4 miliardi: chance imperdibile per le telco

Secondo un report Accenture le due tecnologie rappresentano una leva di businees cruciale per gli operatori. Che, però, sono ancora poco presenti in questi segmenti con una quota di mercato decisamente inferiore al 10%

Pubblicato il 02 Dic 2020

cloud

Cloud e security leva per crescita Pmi e opportunità per telco. Un recente studio Accenture evidenzia una nuova dinamicità nella domanda e identificando uno spazio di crescita significativo, che si attesta oltre i 4 miliardi di euro.

Le aziende di telecomunicazioni sono ancora poco presenti nei segmenti crescenti del mercato delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict), con una quota di mercato su soluzioni Cloud e Security decisamente inferiore al 10%. Il 40% delle aziende coinvolte nello studio Accenture, tuttavia, ha avviato o pianificato progetti di trasformazione digitale per innovare la Supply Chain, automatizzare le attività produttive e migliorare i canali di relazione con i clienti.

Si tratta di un’importante opportunità da cogliere per le aziende di telecomunicazioni che, con un nuovo posizionamento sul mercato Enterprise, possono essere in grado di offrire alle Pmi italiane soluzioni sofisticate – precedentemente prerogativa delle grandi aziende – supportandone l’evoluzione digitale.

In Italia il settore delle telecomunicazioni continua a segnare tassi di crescita dei ricavi negativi principalmente nel segmento Consumer. Segnali analoghi hanno cominciato a manifestarsi anche nel segmento Enterprise, che inoltre si trova in una congiuntura importante legata alla trasformazione digitale delle imprese italiane.

Secondo gli ultimi dati Idc pubblicati da Assintel nel Report 2020, il mercato Ict italiano si attesta a un valore di oltre 31 miliardi di euro a fine 2019; a fare da traino sono i cosiddetti Digital Enabler (Cloud, Security, Analytics, IoT) dove il Cloud in particolare continua a mantenere tassi di crescita superiori al 20%. 

“In Italia le Pmi rappresentano quasi il 70% del Pil, ma i loro investimenti in Information and Communications Technology valgono solo la metà della cifra totale – spiega Michele Marrone, Responsabile Media, Communications & Technology di Accenture Italia – Si tratta di uno squilibrio strutturale, tipico dell’economia italiana, che rende il nostro Paese meno competitivo rispetto agli altri. Tuttavia, la recente emergenza sanitaria ha accelerato l’interesse di queste imprese verso tecnologie Cloud & Security e la loro propensione a investire in soluzioni più avanzate. La digitalizzazione, specialmente per le Pmi, è diventata la “conditio sine qua non” per accrescere business, competitività e capacità di adattarsi ai cicli economici sempre più accelerati. Bisogna favorire un percorso per la Pmi che devono inquadrare le tecnologie come fattore strategico”.

Ad accrescere ulteriormente questa opportunità, i dati rilevati in seguito all’insorgere della pandemia ci dimostrano che il 60% delle aziende vorrebbe investire in servizi SaaS avanzati (AI, Big Data, Analytics) entro i prossimi due anni, e ben il 76% pianifica di elevare i propri livelli di sicurezza attraverso un Security Operation Center. Ma, se da un lato le Pmi ritengono sia strategico dotarsi di strumenti digitali, dall’altro non sono ancora riuscite ad implementare soluzioni realmente all’avanguardia, trovandosi di fronte e un vero e proprio “gap digitale”.

Questa situazione è causata da diversi fattori: da un lato si osserva un ritardo nel rinnovamento dei talenti e delle competenze digitali all’interno delle imprese le quali, come dimostrano i recenti dati Istat, faticano a individuare e selezionare i profili più adatti, o a dedicare le risorse adeguate alla loro formazione. Dall’altro si riscontra anche una carenza dell’offerta, sia in termini di soluzioni che di partners affermati, con più della metà delle imprese che preferirebbe diminuire il numero di provider ai quali affidarsi e il 50% di esse che vorrebbe interagire maggiormente con il proprio fornitore di telecomunicazioni attraverso un rapporto consulenziale piuttosto che esclusivamente tramite canali self-service.

A questo si aggiunge poi una minore comprensione del reale valore e l’impatto sul business ottenibile dagli investimenti in soluzioni più evolute e complesse in particolare in ambito Security, dove più di un terzo delle aziende intervistate ha dichiarato di non percepire un reale aumento della vulnerabilità agli attacchi informatici.  La spinta messa in atto dal Remote Working sembra però aver accelerato l’importanza della security, dove il 71% delle Pmi ha dichiarato di voler intraprendere percorsi di formazione per i propri dipendenti volti a migliorare il riconoscimento delle minacce informatiche.

“Riteniamo che le telco, forti della conoscenza del tessuto economico, presenza capillare sul territorio italiano, disponibilità di infrastrutture tecnologiche contigue con gli abilitatori di Cloud e Security e alla capacità connaturata di gestire servizi ‘mission critical’, possano essere i player più adatti per affiancare le Pmi in questo percorso”, sottolinea Marrone.

Le telco possono quindi posizionarsi come orchestratori di un ecosistema che integri servizi e software di terze parti, fornisca formazione e competenze specializzate e guidi le strategie di digitalizzazione delle imprese, valorizzando la capacità delle Pmi di collaborare in distretti industriali, che rappresentano la “spina dorsale” dell’economia italiana.

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