“Un piano nazionale straordinario di politiche attive per il lavoro, con una governance Stato-Regioni, una cornice unitaria per assicurare universalità di prestazione che preveda un forte ruolo delle Regioni“. E’ la proposta che la coordinatrice della commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni, Alessandra Nardini, assessora regionale della Toscana, ha delineato oggi durante una videoconferenza degli assessori regionali con la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo.
“Le conclusioni di questo lavoro di confronto con la ministra – spiega Nardini – approderanno poi nella sede della Conferenza delle Regioni per verificare la possibilità che si arrivi ad un Accordo Stato-Regioni. L’idea di un Piano straordinario, su cui la ministra si è detta assolutamente d’accordo, nasce dall’esigenza di definire linee di indirizzo e azioni di sistema in una cornice unitaria”.
Servono “adeguati finanziamenti, con la progettazione dei cluster di utenti che risponda anche a priorità trasversali: donne, giovani, disabili e soggetti svantaggiati, in particolare quelli che più sono distanti, per problematiche sociali e economiche, dal mercato del lavoro e che hanno difficoltà ad accedere a sistemi on line, digital divide e alfabetizzazione. Tali azioni potrebbero anche essere finanziate con le ulteriori risorse del Recovery Fund”.
Per la coordinatrice della Conferenza delle Regioni, “il Piano dovrà affrontare anche altre priorità: l’implementazione dei sistemi informativi, una maggiore digitalizzazione dei servizi per il lavoro per aumentarne l’accessibilità, lo sviluppo di servizi aggiuntivi, come la certificazione delle competenze e l’orientamento ed accompagnamento ai servizi di natura sociale, valorizzando il ruolo dei Centri per l’impiego in un’ottica di rete; l’implementazione e la messa a sistema degli Osservatori del mercato del lavoro regionali con quello nazionale e infine la semplificazione dei processi e delle procedure”.
Così come “dovranno essere affrontate le criticità che sono emerse per quel che riguarda l’assegno di ricollocazione e il reddito di cittadinanza. La nostra proposta è quella di un Piano pluriennale, capace di coniugare interventi immediati e strategie di medio-lungo termine che veda un periodico coinvolgimento delle parti sociali”. Un Piano nazionale straordinario che “dovrà favorire la transizione occupazionale mediante il potenziamento delle politiche attive del lavoro e della formazione. Per questo, è opportuna una cornice nazionale entro la quale le Regioni realizzano tutti gli interventi e le misure di politica attiva disponibili e funzionali agli obiettivi che saranno fissati dal Piano stesso”.