IL CASO

Cloud, Amazon fa ricorso contro l’appalto del Pentagono a Microsoft

Azione legale sull’operazione da 10 miliardi di dollari: “E’ il prodotto di pregiudizi sistematici, malafede e influenza illegittima esercitata dal presidente Trump”. Intanto la società di Bezos chiede il vaccino Covid prioritario per i dipendenti in prima linea

Pubblicato il 17 Dic 2020

pentagono

Ricorso legale da parte di Amazon contro il contratto da 10 miliardi di dollari accordato a Microsoft per il sistema di cloud computing del Pentagono. La compagnia di Jeff Bezos, che ha pessimi rapporti con il presidente Donald Trump, sostiene che la sua proposta concorrente è stata scartata a causa dei pregiudizi che la Casa Bianca nutre nei suoi confronti.

Secondo il ricorso, depositato lo scorso 23 ottobre e reso pubblico in queste ore, il contratto va “annullato perché è il prodotto di pregiudizi sistematici, malafede e influenza illegittima esercitata dal presidente Trump per negare l’appalto” alla compagnia. Il tutto mentre è ancora in vigore la temporanea sospensione del contratto che un altro tribunale aveva concesso ad Amazon lo scorso febbraio.
Lo scorso settembre il Pentagono aveva risposto alle lamentele di Amazon confermando la concessione dell’appalto al colosso di Redmond, affermando che la sua proposta era la più conveniente. Il ricorso di Amazon sostiene invece che la revisione della Difesa Usa era “piena di errori” ed era frutto di “valutazioni manipolate al punto di sfidare ogni forma di razionalità”. Microsoft ha commentato che la sua proposta “continua a essere la migliore sulla base dei superiori vantaggi tecnici”. Dalla Casa Bianca e dal Pentagono non e’ giunto nessun commento.

Vaccino il prima possibile per i dipendenti più “critici”

Intanto, da Amazon arrivano notizie anche sul fronte Covid-19. La società si è infatti esposta in questi giorni, facendo pressione affinché i dipendenti in prima linea possano vaccinarsi il prima possibile. E’ quanto emerge dalla lettera inviata mercoledì da Dave Clark, vicepresidente senior delle operazioni di vendita al dettaglio di Amazon, a uno dei Centers for disease control and prevention (Cdc), importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti. Nel testo, si legge, viene chiesto per i magazzinieri, gli addetti dei data center di Amazon web services e i dipendenti di Whole foods di “poter ricevere il vaccino Covid-19 il più rapidamente possibile”.

Clark ha sottolineato che i lavoratori in prima linea di Amazon hanno svolto un ruolo essenziale nell’aiutare i consumatori a ottenere i prodotti necessari durante la pandemia di coronavirus, dal momento che i governi locali avevano ordinato alle persone di rimanere in casa e di chiudere i negozi al dettaglio.
Ha quindi aggiunto che Amazon impiega più di 800mila persone negli Stati Uniti, fatto che lo rende il secondo più grande datore di lavoro della nazione dietro Walmart.

“Chiediamo che l’Acip continui a dare la priorità a questi lavoratori essenziali che non possono lavorare da casa”, ha scritto Clark, riferendosi all’Advisory committee on immunization practices, un gruppo esterno di esperti medici che suggerisce le linee d’azione al Cdc.

Anche da Uber e DoorDash pressioni per la campagna vaccinale

Sempre nella Silicon Valley, Uber e DoorDash hanno esortato i funzionari a dare la priorità ai loro conducenti quando si tratterà di distribuire i vaccini. Anche le aziende dei settori della vendita al dettaglio, delle compagnie aeree, dei ristoranti e del confezionamento della carne hanno fatto pressioni per un accesso prioritario.

Il 1 ° dicembre, un gruppo di Cdc ha votato per fornire agli operatori sanitari e ai residenti delle strutture di assistenza a lungo termine le prime dosi di vaccino Covid-19. La giuria voterà presto su quali gruppi dovranno avere la priorità nella seconda ondata di destinatari: plausibilmente si tratterà degli americani più vulnerabili, comprese le persone con condizioni di base, gli anziani e i lavoratori essenziali

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