Maximo Ibarra, amministratore delegato di Wind, ne è certo: Wind diventerà il primo operatore nel settore mobile consumer. Lo ha detto più volte e lo ha ribadito in un’intervista a tutto campo che apre oggi le pagine di economia del Corriere della Sera. Stavolta Ibarra rivela anche un obiettivo ambizioso: superare i concorrenti che gli stanno davanti entro la fine del 2013. Non sarà facile. Stando agli ultimi dati di Agcom, l’Autorità garante per le comunicazioni, Wind ha una quota di mercato del 22,8% contro il 32,3% di Vodafone ed il 34,9% di Telecom Italia, Distanze ancora troppo grandi da colmare? Il manager di origine abruzzese da poco al comando di Wind si mostra al contrario ottimista: “È almeno dal 2009 che la nostra missione è superare i competitor e siamo già a metà strada. Come quota di mercato a valore sul segmento consumer siamo già oltre il 25%. Ogni trimestre aumentiamo la nostra quota e siamo molto continui”.
Maximo Ibarra, tiene a ribadirlo, non punta ad una mera battaglia di prezzo per vincere la competizione. “La nostra strategia è chiara: qualità molto elevata. Non solo per la rete, ma anche per i servizi al cliente, sia nei punti vendita sia nei call center”. Niente costi di acquisizione fuori controllo dunque.
L’altra carta che Ibarra vuole spendere per Wind è “la trasparenza: non facciamo pagare la tassa a chi ha un abbonamento, mentre il traffico viene sempre calcolato al secondo”. In un momento di crisi, secondo Ibarra pagare il “minuto vero” è un’attrattiva molto interessante per i consumatori.
Quanto allo sviluppo delle reti di nuova generazione, secondo l’amministratore delegato di Wind c’è spazio “per un unico aggregatore di infrastrutture: ma dovrà offrire un servizio di Ftth”: l’uso, sia pur parziale, della rete in rame determinerebbe “un non equo accesso alla rete”. Soluzioni diverse come l’Fttc, su cui sia pure in via transitoria punta Telecom Italia, sarebbero “un grosso problema, non solo per il costo ma anche per la qualità dei servizi”.
Maximo Ibarra ritiene il mercato “pronto” per l’arrivo dell’Lte, le reti mobili di quarta generazione. Ma la super-Internet via cellulare rischia di essere ritardata per l’incertezza sulla disponibilità delle frequenze a 800 megahertz entro gennaio 2013 e per il problema delle possibili interferenze con le trasmissioni televisive.
Ma c’è un altro problema che potrebbe ritardare o minare in Italia il successo dell’Lte: l’elettromagnetismo. In prospettiva, “entro cinque anni” c’è la condivisione delle reti fra tutti gli operatori (“la differenza la faranno i servizi”). Tuttavia, il limite alle emissioni elettromagnetiche esistente in Italia è “molto stringente (6 volt al metro) rispetto a quello europeo (30-volt)”.
Infine, Maximo Ibarra non manca di sollevare uno dei temi più contrastati del momento: quello dei rapporti fra Telco e Over the top: “Non ritengo che debbano pagare una parte della rete, ma in poco tempo diventeranno molto più collaborativi”.