L’Uncem, l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, scrive al Ministero dello Sviluppo Economico per stimolare la condivisione di una visione strategica e sollecitare maggiore chiarezza rispetto alla realizzazione delle reti digitali, e chiede ai sindaci e alle amministrazioni di fare altrettanto, indirizzando al ministro Stefano Patuanelli e ai sottosegretari Buffagni, Liuzzi, Manzella, Morani e Todde una lettera intestata che CorCom ha potuto visionare. La lettera, comunica Uncem, può essere trasmessa anche ai Parlamentari di riferimento del proprio territorio e ai media. “Il digital divide”, sottolinea l’associazione, “è un’emergenza che riduce l’efficienza del Paese e che va vinto con la massima determinazione. Occorrono investimenti, ma soprattutto una visione e una strategia, tempi certi, e un patto pubblico-privato che il Mise deve garantire con urgenza”.
L’appello di Uncem al Mise
“Siete a conoscenza della forte mobilitazione che, come Sindaci e Amministratori di Comuni montani, insieme con Uncem e le Organizzazioni degli Enti locali, abbiamo messo in atto negli ultimi anni per poter avere un sistema di comunicazioni più forte e integrato, al pari di quello che esiste nelle aree urbane”, si legge nel documento. “Rispetto a questa moderna rete che è importantissima per le nostre comunità, per le imprese, per le Pubbliche amministrazioni dei territori”. Uncem chiede “un impegno più forte del Ministero dello Sviluppo Economico, d’intesa con tutto il Governo e con i Parlamentari. Occorre superare ogni divisione per dare alle aree montane delle infrastrutture nuove, come la stessa pandemia ha mostrato indispensabili, per la scuola e il lavoro a distanza, per l’intrattenimento e per l’accesso ai servizi della Pa”.
I dieci punti evidenziati nella lettera
La lettera, in particolare, mette in evidenza dieci punti, che corrispondono ad altrettante richieste di azione:
1. Chiarire alle Amministrazioni locali i tempi di intervento del Piano nazionale banda ultralarga. Occorre con urgenza un piano chiaro e sicuro, con tempi di inizio e fine dei lavori (date certe) in tutti i Comuni italiani delle “aree bianche”, con i tempi del collaudo, con la garanzia degli operatori che poi accenderanno la fibra posata, vendendo poi “i pacchetti” ai concittadini;
2. Chiarire alle Amministrazioni locali quali e quante unità immobiliari – case e sedi della Pa – verranno effettivamente raggiunte dalla fibra ottica e con quali tempi, per evitare attese, illusioni e dispendio di energia;
3. Intervenire per garantire l’accesso ai “voucher” per la banda ultralarga a tutti i cittadini; oggi troppe aree del Paese sono escluse a causa dei lavori e dei collaudi dei cantieri lenti del Piano Bul che di fatto hanno impedito a famiglie e a imprese delle “aree bianche” di accedere ai contributi statali;
4. Chiarire al più presto quale sarà l’impatto di una eventuale “rete unica” sulle “aree bianche”, predisponendo piani certi di intervento che coinvolgano gli Enti locali e gli Operatori del mercato;
5. Verificare al più presto la copertura della rete mobile nazionale degli operatori privati, potenziando le risorse già stanziate dallo Stato per nuovi tralicci, previste nella legge di bilancio 2020;
6. Individuare tutte le criticità dei territori connesse al cambio delle frequenze dei segnali televisivi. Non è accettabile che nei lavori politico-istituzionali per predisporre il piano del nuovo digitale terrestre, non sia mai emersa la problematica dei territori montani del Paese ove i ripetitori sono acquistati, garantiti e manutenuti dagli Enti montani (Comunità montane e Unioni montane). Occorrono opportuni investimenti e strategie anche per la Tv, per tutti, anche destinando ai territori e alla modifica dei ripetitori una percentuale delle risorse della tassa sul possesso degli apparecchi televisivi;
7. Predisporre al più presto un “Piano strategico per l’infrastrutturazione digitale delle zone montane del Paese”, verificando immediatamente le coperture wireless di operatori privati (oggi determinanti e baluardo dell’innovazione nelle valli alpine e appenniniche) nonché individuando modalità agevolate di investimento (senza burocrazia e costi) per gli operatori Telco che vogliano dotare i territori di nuove reti;
8. Consentire alle Pubbliche Amministrazioni e alle imprese dei territori montani che lo ritengano, di investire direttamente in tralicci e ripetitori per la telefonia mobile e per il segnale Fwa eliminando ogni vincolo e ostacolo burocratico ambientale e paesaggistico, al fine di un decisivo superamento dei divari digitali;
9. Favorire gli insediamenti di nuove imprese ad alto tasso di innovazione e sperimentazione (server farm, newco dell’intelligenza digitale, imprese per la digitalizzazione delle reti e le smart grid…) nei territori montani, facilitandone l’operatività e sgravandole di imposte e carichi burocratici;
10. Coordinare azioni con Mid e Ministero degli Affari regionali e delle Autonomie, Agid e Presidenza del Consiglio dei Ministri, per rinnovare in chiave digitale la Pubblica Amministrazione nei territori montani.