Ant Group, la fintech di Alibaba, è intenzionata a salvare la sua Ipo dei record. Per questo potrebbe scorporare la maggior parte delle attività legate alla finanza online (come il consumer lending) in una holding company che sarebbe regolata come le tradizionali banche e società finanziarie. Questa mossa placherebbe i timori dell’Antitrust e della Banca centrale cinese, che hanno bloccato l’Ipo di Ant a due giorni dal debutto sui listini, e agevolerebbe il disco verde dei regolatori. Lo riporta l’agenzia Reuters.
Incerte le sorti di Alipay
Le autorità cinesi, in particolare la Banca centrale, hanno chiesto ad Ant di separare le sue attività di wealth management e assicurazione, nonché di lending online tramite MYbank (di cui Ant ha una quota di minoranza), e aggregarle in una holding company finanziaria soggetta alle normative attualmente vigenti sulle attività bancarie e assicurative. Non è chiaro se nella nuova holding confluirebbe anche il servizio di pagamento digitale Alipay, lanciato nel 2004 e oggi seconda maggiore fonte di ricavi per il gruppo dopo il prestito ai privati.
Ant non ha per ora commentato, ma la Banca centrale cinese (Banca popolare della Cina, Pboc) ha dichiarato a Reuters che la fintech di Alibaba sta preparando un piano per istituire una holding finanziaria e che dovrebbe garantire che tutte le sue operazioni finance siano poste sotto supervisione regolatoria. Il piano è solo una bozza iniziale.
Secondo Bloomberg News Ant intende spostare nella holding company qualunque filiale la cui attività richieda una licenza finanziaria.
Una tech company o una banca?
Lo scorso mese i regolatori cinesi hanno fermato la doppia Ipo di Ant a Shanghai e a Hong Kong – una quotazione record da 37 miliardi di dollari – ad appena due giorni dal debutto in Borsa. A spingere allo stop è stata la “doppia natura” di Ant: il gruppo si presenta come azienda tecnologica, ma i regolatori guardano al peso dell’attività di erogazione di crediti che Ant conduce, all’interno di un impero dalle molteplici divisioni, e che ha contribuito a quasi il 40% dei ricavi del gruppo nella prima metà dell’anno. Per le autorità Ant non è solo una tech company, ma una banca. E le regole che deve seguire per quotarsi sono ben diverse, soprattutto ora che i regolatori hanno deciso una “stretta” sulle società dei prestiti online.
Nei giorni scorsi la Banca centrale cinese ha infine chiesto ad Ant di modificare la sua struttura operativa. L’eventuale scorporo delle attività finanziarie, però, taglierebbe di netto il valore del gruppo, fissato a 315 miliardi di dollari alla vigilia della quotazione proprio in quanto “fornitore tecnologico per istituti finanziari” e non società finanziaria. Come tech company la fintech di Alibaba gode infatti dell’andamento positivo del mercato tecnologico e delle valutazioni ben più generose che gli investitori danno alle aziende hitech rispetto alle banche.