Il traguardo della connettività Internet universale è ancora lontano, nonostante l’adozione di Internet continui a crescere in tutto il mondo. Secondo un’analisi del Wef su dati di DataReportal, le persone connesse alla Rete sono più che raddoppiate dal 2010, ma una porzione significativa della popolazione mondiale non è online, con alcuni Paesi che restano gravemente indietro in un divario digitale ancora molto ampio. La Cina, ormai prima economia mondiale, e l’India, il secondo maggior mercato mondiale di Internet (dopo la Cina, secondo Statista), sono i Paesi dove le persone “disconnesse” sono più numerose.
I dieci Paesi con più persone offline
Secondo la Top ten pubblicata sul sito del Wef, l’India è il Paese del mondo con più persone offline: il 50% della popolazione, pari a quasi 700 milioni di individui. Segue la Cina, con il 41% della popolazione disconnessa (quasi 600 milioni di persone). Per numerosità di utenti senza accesso a Internet, il terzo posto spetta al Pakistan (142 milioni di persone senza accesso a Internet, il 65% della popolazione), seguito da Nigeria (118 milioni, 58% del totale), Bangladesh (97 milioni, 59%), Indonesia (96 milioni, 36%).
In Etiopia ben l’81% delle persone è senza accesso a Internet (92 milioni); nella Repubblica democratica del Congo l’81% o 71 milioni di persone sono offline.
La Top ten è chiusa da Brasile (61 milioni di persone offline, pari al 36% della popolazione) e Egitto (quasi 47 milioni offline, il 46% del totale).
Il divario digitale cinese, spiega il Wef, è in parte legato all’enorme distanza tra Cina urbana e Cina rurale. Il 39% dei cinesi (dato del 2019) vive in zone rurali, in molti casi prive di accesso a Internet e di competenze digitali. Durante la pandemia, un terzo degli alunni delle scuole elementari non ha potuto seguire le lezioni online; nelle città solo il 5,7% non è riuscito a partecipare all’online learning.
I dieci Paesi dove quasi nessuno ha Internet
Sul totale della popolazione ci sono Paesi che sono ancora più indietro, rileva il Wef. In Corea del Nord, il 100% della popolazione è offline (25,7 milioni di persone). In Sud Sudan il 92% (oltre 10 milioni) non ha Internet, in Eritrea è offline sempre il 92% (oltre 3 milioni). La classifica dei Paesi in grave digital divide prosegue con Burundi (90% della popolazione disconnessa), Somalia (90%, 14 milioni di persone), Niger (88%, più di 20 milioni di persone), Papua Nuova Guinea (88%), Liberia (88%), Guinea-Bissau (87%), Repubblica Centro-africana (86%).
Ovviamente i motivi dietro queste scoraggianti percentuali sono diversi. La dittatura in Nord Corea impedisce alla popolazione l’accesso a Internet (riservato a pochi eletti). Per i cittadini esiste una sorta di intranet nazionale chiamata Kwangmyong.
In Sud Sudan sono invece principalmente la guerra civile e le condizioni di povertà della maggior parte della popolazione a perpetuare il divario digitale, insieme a uno sviluppo infrastrutturale quasi inesistente (solo il 2% della popolazione ha accesso all’elettricità).
In Papua New Guinea, l’80% della popolazione vive in aree rurali largamente emarginate.
Spiragli di crescita
Nonostante il quadro desolante, gli accessi a Internet continuano ad aumentare e in alcune regioni la crescita comincia a prendere ritmo. La classifica del Wef non manca di indicare le aree con i tassi di sviluppo più incoraggianti: la Top five è guidata dall’Africa centrale (+40% di nuovi accessi nel 2020 rispetto al 2019), seguita da Asia del Sud (+20), Africa del Nord (+14%), Asia occidentale (+11%) e Caraibi (+9%).
A trainare i numeri è in questo caso la Repubblica democratica del Congo, dove, nonostante il forte divario, il numero di utenti Internet è cresciuto del 122% in un anno (+9 milioni di persone connesse). Il miglioramento è favorito dall’impegno delle organizzazioni no-profit ma anche dagli investimenti di aziende come Facebook, che ha investito nella diffusione della connettività in Africa. Anche l’India presenta importanti tassi di crescita (+23% tra il 2019 e il 2020), pari a 128 milioni di nuovi utenti Internet.
Le classifiche mondiali potrebbero dunque modificarsi rapidamente nei prossimi anni. Con questi tassi di crescita, sottolinea il Wef, presto un altro miliardo di persone potrebbe entrare nel mondo online.