La riforma Fornero sul lavoro mette a rischio i call center. L’allarme è lanciato da FedertelServizi, associazione aderente a Confcommercio che rappresenta i rivenditori di traffico telefonico e gli esercenti dei servizi di telecomunicazione che pur apprezzando gli sforzi del ministro per evitare abusi sul settore chiede correttivi.
“Il mercato dei call center vive e dà lavoro per buona parte grazie alle famigerate attività outbound, quelle fatte con lavoratori a progetto – sottolinea l’associazione – Le norme in vigore fino alla riforma Fornero hanno lasciato spazi perché queste attività potessero consentire abusi e cattiva gestione. Ora, è certamente apprezzabile lo spirito della nuova legge di mettere i lavoratori al riparo da tali abusi, ma sono indispensabili dei correttivi perché, per come è formulata, rischia di generare la morte di tali attivita”.
Secondo FedertelServizi “il cardine per la sopravvivenza nel nostro Paese dell’outbound è rappresentato da un costo del lavoro contenuto, ma soprattutto variabile, in funzione dei risultati. La committenza ha a volte abusato degli spazi concessi dalla precedente normativa, ma si trova oggi impossibilitata ad assorbire un aumento dei costi così significativo (oltre il 50% in alcuni casi), ed è pronta a trasferire all’estero tali lavorazioni”.
“L’allarme che lanciamo è che sono a rischio centinaia di imprese e decine di migliaia di lavoratori se non si trova l’equilibrio tra diritti dei lavoratori e fondamentali economici delle attività. Chiediamo, dunque, di rimandare l’applicazione della norma che prevede l’equiparazione dei trattamenti economici minimi dei lavoratori a progetto a quelli dei lavoratori dipendenti e concertare con le parti sociali un nuovo e corretto dimensionamento dei limiti minimi economici da applicare ai lavoratori”.