Dropbox licenzierà 315 dipendenti, circa l’11% della sua forza lavoro, nel tentativo di “snellire la struttura del team e concentrarsi sulle priorità principali”. La società di file sharing basata su cloud annuncia contemporaneamente le dimissioni del Chief Operating Officer Olivia Nottebohm a partire dal 5 febbraio.
“I passi che stiamo compiendo oggi sono dolorosi, ma necessari – fa sapere in una nota ai dipendenti il Ceo Drew Houston -. La nuova struttura aziendale e la politica di smart working ci hanno messo sulla strada giusta: ora dobbiamo assicurarci che investimenti e team siano allineati alla strategia. La politica Virtual First comporta una minore necessità di risorse negli uffici: stiamo ridimensionando gli investimenti e ridistribuendo tali risorse per guidare la nuova roadmap”.
I tagli permetteranno all’azienda di “concentrarsi sulle sue priorità principali per il nuovo anno”: evoluzione del core business, investimenti in nuovi prodotti e promozione dell’eccellenza operativa.
Il nuovo modello di smart working
In ottobre Dropbox aveva annunciato che avrebbe reso lo smart working il modello definitivo per il lavoro dei dipendenti anche nel post-pandemia. Il nuovo modello – “Virtual First” – prevede l’apertura di “Dropbox Studios” a San Francisco, Seattle, Austin, Texas e Dublino per i dipendenti che hanno bisogno di incontrarsi o lavorare insieme di persona.
In realtà Dropbox è stata una delle ultime aziende della Silicon Valley a strutturare il lavoro da remoto per i dipendenti. Twitter e Microsoft sono state fra le prime società a lanciare modelli di lavoro a “maggiore flessibilità”, mentre il Ceo di Facebook Mark Zuckerberg aveva previsto già da maggio scorso che il 50% dei dipendenti avrebbe lavorato da remoto per il prossimo decennio.