Il ministro della Funzione Pubblica Fabiana Dadone ha nominato i componenti dell’Osservatorio nazionale del lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni e i membri della Commissione tecnica a supporto dell’Osservatorio. Secondo quanto stabilito dall’articolo 263 della legge di conversione del Decreto Rilancio il mandato dei componenti dell’osservatorio avrà durata triennale ed è rinnovabile una sola volta. La partecipazione è a titolo gratuito, e non sono previsti emolumenti, compensi, indennità o rimborsi di spese.
Nel gruppo degli esperti sono stati nominati nell’osservatorio Mariano Corso, professore ordinario di Leadership and innovation, cofondatore e membro del comitato scientifico degli osservatori innovazione digitale della School of Management del Politecnico di Milano, Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del lavoro dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Laura Di Raimondo, direttore generale di Asstel – Assotelecomunicazioni, Anna Maria Ponzellini, esperta in attività di consulenza, formazione e ricerca per aziende ed enti pubblici nell’area della innovazione tecnica e organizzativa e della gestione delle risorse umane, nella valutazione delle politiche, nella ricerca socio-economica, Giovanni Lo Storto, direttore generale dell’Università degli Studi Luiss Guido Carli di Roma, Antonio Naddeo, Presidente dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, Luca Giuseppe Rigoni, direttore di Assinter Italia – Associazione società regionali per l’innovazione tecnologica nelle regioni, Francesco Verbaro, general advisor dell’Adepp – Associazione Casse di Previdenza professionisti italiani, Presidente di Formatemp – Ente bilaterale della formazione lavoratori somministrati, e Pompeo Savarino, segretario generale di Comune.
Le amministrazioni, spiega il decreto del ministro nelle disposizioni finali – sono tenute a comunicare tempestivamente l’eventuale sostituzione del
proprio rappresentante, mentre il Ministro per la pubblica amministrazione, con successivi decreti, può procedere alla nomina degli ulteriori componenti dell’Osservatorio. Alle attività di segreteria tecnica connesse con il funzionamento dell’Osservatorio provvederà l’Ufficio per l’innovazione amministrativa, lo sviluppo delle competenze e la comunicazione del Dipartimento della funzione pubblica.
La reazione dei sindacati
Secondo il segretario della Uil Pier Paolo Bombardieri, l’Osservatorio nazionale del lavoro agile è un organismo che ”si estranea totalmente da chi ha sempre garantito, in questi mesi, la continuità dell’azione amministrativa”.
”Un’impostazione consolidata che non ci sorprende, ma di cui siamo stanchi – sottolinea in una nota – Registriamo la nomina di oltre quaranta ‘esperti’ che siederanno in seno all’Osservatorio nazionale del lavoro agile istituito presso il Dipartimento della Funzione Pubblica”. Un organismo che, tenendo conto della composizione, ”si identifica, in sostanza, nelle parti datoriali, escludendo qualsiasi rappresentanza del personale e dell’utenza. Sono rimasti inascoltati anche i nostri appelli a coinvolgerci nell’Osservatorio”, dice il sindacalista.
”Chiediamo ormai da un anno alla ministra di avviare un confronto serio e di merito sul lavoro agile per fissare principi condivisi su criteri, strumenti, percentuali e diritti”, afferma il segretario. ”Alle risposte vaghe e agli impegni disattesi di Funzione pubblica hanno fatto eco: interventi normativi, circolari e linee guida unilaterali che hanno assegnato la regia dei processi alla sola dirigenza, rifiutando qualsiasi forma di coinvolgimento delle organizzazioni sindacali”.
Ad un anno dalla pandemia, secondo Bombardieri, ”non c’è ancora un quadro chiaro di regole né un’organizzazione adeguata ed attrezzata per permettere un compiuto ‘smart working’ che vada oltre le ragioni dell’emergenza e costruisca le basi per una sempre migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”. ”Evidentemente la ministra ritiene che questi obiettivi verranno raggiunti grazie ai suoi quaranta esperti e senza il contributo dei lavoratori diretti interessati”, dice il segretario. ”Noi non siamo di questa idea e continueremo a vedere nella contrattazione l’unica sede competente e adeguata a rispondere alle singole esigenze e a garantire pari diritti e doveri per tutti, in primis il diritto alla disconnessione”.