IL CASO

Grana privacy per Grindr: in Norvegia rischia multa da 12 milioni

L’app di appuntamenti è accusata di “divulgazione illegale dei dati degli utenti alle società pubblicitarie”. Il social network ha tempo fino al 15 febbraio per ribattere

Pubblicato il 26 Gen 2021

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Cento milioni di corone norvegesi (11,7 milioni di dollari). A tanto ammonta la multa che l’Autorità norvegese per la protezione dei dati prevede di infliggere all’app di appuntamenti Grindr per quella che il regolatore ha dichiarato essere “divulgazione illegale dei dati degli utenti alle società pubblicitarie”.
Grindr, società con sede negli Stati Uniti, si descrive come la più grande app di social networking al mondo per persone gay, bisessuali, transgender e queer. Davanti alla richiesta di commento via e-mail, ha preferito scegliere la linea del silenzio.

“Violazioni molto gravi”

“La nostra conclusione preliminare è che le violazioni sono molto gravi”, ha detto l’Agenzia norvegese in un comunicato, annunciando quella che ha definito una multa record corrispondente a circa il 10% delle entrate annuali globali stimate di Grindr.
Grindr ha tempo fino al 15 febbraio per rispondere alle accuse, dopodiché l’Autorità per la protezione dei dati prenderà la sua decisione finale sul caso, ha affermato l’agenzia.
Il Regolamento europeo sulla protezione dei dati (Gdpr) stabilisce le linee guida per la raccolta, l’elaborazione e la condivisione delle informazioni personali nell’Unione europea e nella Norvegia non Ue.

Diffusi anche indirizzi Ip, posizione, età e sesso

Il Norwegian consumer council (Ncc), che ha compiti di sorveglianza su queste questioni, ha affermato in un rapporto del gennaio 2020 che Grindr ha condiviso dati dettagliati degli utenti con terze parti coinvolte nella pubblicità e nella profilazione, come l’indirizzo Ip dell’utente, l’Id pubblicitario, la posizione gps, l’età e il sesso.
In alcuni casi, “la condivisione diffusa dei dati personali può diventare una questione di sicurezza fisica se gli utenti sono localizzati e presi di mira in Paesi in cui l’omosessualità è illegale”, ha aggiunto l’Ncc all’epoca. L’Ncc ha quindi salutato la decisione di multare Grindr come una vittoria storica per la privacy.

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