Google ha annunciato alcuni importanti aggiornamenti su Privacy Sandbox, un’iniziativa aperta a tutto il settore pubblicitario per superare i cookie di terze parti e sostituirli con adeguate alternative che mantengano il focus sulla privacy degli utenti. Le novità sono state condivise all’interno di un blog post intitolato “Verso un futuro più rispettoso della privacy per la pubblicità online” e firmato da Chetna Bindra Group Product Manager, User Trust and Privacy di Google.
L’evoluzione di Privacy Sandbox
“La pubblicità è essenziale per mantenere il web aperto e accessibile a tutti, ma questo ecosistema è a rischio se le pratiche legate alla privacy non si adeguano alle aspettative delle persone”, ha premesso Bindra. “Le persone vogliono essere sicure che la loro identità e le loro informazioni siano tutelate quando navigano online: per questo nel 2019 Chrome ha introdotto Privacy Sandbox, un’iniziativa aperta a tutto il settore pubblicitario per superare i cookie di terze parti e sostituirli con adeguate alternative che tengano al centro la privacy”.
Nel blog post vengono per l’appunto divulgati i principali aggiornamenti su Privacy Sandbox (le cui discussioni pubbliche avvengono su forum come Improving Web Advertising Business Group di W3c), che riguardano la creazione e la gestione di un segmento di pubblico, la misurazione delle conversioni, la prevenzione di frodi e ulteriori protezioni della privacy. Le soluzioni proposte, sviluppate insieme ad altri operatori del settore e partner, hanno l’obiettivo di aiutare gli inserzionisti e i publisher – ovvero chi compra e chi offre spazi pubblicitari – nelle loro attività online, tutelando allo stesso tempo la privacy delle persone mentre navigano sul web. “Grazie a questi risultati, siamo sempre più fiduciosi che Privacy Sandbox rappresenti la strada maestra per migliorare la privacy degli utenti online e garantire allo stesso tempo il lavoro dei publisher e degli inserzionisti, elemento necessario per finanziare contenuti di qualità e per raggiungere le persone giuste con informazioni rilevanti”.
Una pubblicità online basata sui reali interessi degli utenti
A fine 2020 è stata presentata in Italia la prima di queste soluzioni, Federated Learning of Cohorts (Floc), che offre alle aziende un nuovo modo per raggiungere i consumatori con contenuti e pubblicità rilevanti attraverso grandi raggruppamenti di persone con interessi simili, anonimizzando così i singoli individui all’interno della “folla” costituita dal raggruppamento.
“Oggi i risultati delle simulazioni effettuate ci dicono che, quando si tratta di generare segmenti di pubblico basati sugli interessi, Floc fornisce un segnale che può sostituire efficacemente i cookie di terze parti. Inoltre, gli inserzionisti possono aspettarsi in media di vedere almeno il 95% delle conversioni per dollaro speso rispetto agli approcci basati sui cookie, quando vogliono raggiungere segmenti di pubblico (Google Audiences) in-market e di affinità”.
Chrome ha inoltre pubblicato una nuova proposta per creare e gestire una propria audience senza dover usare cookie di terze parti – per esempio per raggiungere chi ha visitato un sito in precedenza, attraverso il remarketing. Si chiama Fledge, è basata su un dialogo aperto con diversi membri della comunità ad tech, e consente per esempio di usare un “server di fiducia” – definito nel rispetto di alcune norme e principi – progettato appositamente per conservare informazioni sulle offerte e sui budget di una campagna.
Misurare le conversioni e prevenire le frodi pubblicitarie
Attraverso l’uso di tecniche come l’aggregazione delle informazioni, l’aggiunta di rumore e un limite per la quantità di dati inviati da un dispositivo, secondo Bindra le Api (Access Programming Interface) proposte in Privacy Sandbox per misurare le conversioni permettono di ottenere rapporti accurati e rispettosi della privacy, come per esempio i rapporti sulle interazioni degli utenti con i contenuti, che permettono ai modelli di offerta per le aste di identificare ricorrenze all’interno dei dati, e i rapporti aggregati che offrono misurazioni accurate su un gruppo di utenti.
“È al momento disponibile la proposta di un’Api per misurare le conversioni click-through, mentre in vista di un prototipo più completo sarà necessario prendere decisioni come per esempio il corretto livello di rumore e il numero minimo di conversioni da includere nell’invio di un rapporto aggregato”.
Attraverso Trust Token Api, Chrome intende poi aiutare le aziende a distinguere i visitatori reali di un sito dal traffico fraudolento, tutelando allo stesso tempo la privacy e le informazioni dei visitatori reali. A marzo si prevede una nuova funzionalità per Trust Token che dovrebbe migliorare l’individuazione di frodi sui dispositivi mobili, sempre nella tutela della privacy.
Google sta lavorando anche per mitigare i rischi derivati dal fingerprinting, una tecnica che consiste nell’utilizzo dell’indirizzo Ip di un dispositivo per tentare di identificare una persona a sua insaputa o senza che abbia la possibilità di disattivare il tracciamento. Chrome ha pubblicato di recente una nuova proposta, Gnatcatcher, per poter mascherare un indirizzo Ip e proteggere così l’identità di una persona senza interferire con le normali attività di un sito web.
“Durante il 2021 annunceremo nuovi progressi per Privacy Sandbox, tra cui nuove opportunità per cominciare a provare queste soluzioni. Su forum come Improving Web Advertising Business Group di W3C. È anche possibile valutare e sperimentare le proposte che sono già presenti in origin trials”, ha chiosato Bindra. “Insieme daremo forma al web, in modo che funzioni meglio per tutti”.