La principale sfida It del 2021 è legata alla cybersecurity: l’ampio ricorso allo smart working e ai dispositivi personali dei dipendenti scaturito dall’emergenza pandemica impone alle aziende un aggiornamento dei sistemi di protezione dagli attacchi, la definizione di un piano di disaster recovery in caso di problemi di sicurezza e lo sviluppo di competenze dedicate per analizzare e risolvere eventuali vulnerabilità nei sistemi informativi. Segue il cloud, con la necessità di integrare i data center tradizionali con la “nuvola” per migliorare il controllo delle attività aziendali e dei servizi, e la digital transformation, soprattutto orientata ad acquisire nuove competenze, strumenti e modalità di lavoro per poter operare in modalità smart. L’emergenza ha dato una nuova visibilità alle figure del Chief Innovation Officer (Cio) e dell’It Director, che da profili molto “tecnici” sono diventati centrali per anticipare e gestire il cambiamento e inserirlo nella strategia di business delle imprese.
A dirlo è l’indagine “Randstad Technologies Cio survey”, condotta da Randstad Technologies, la divisione specializzata nella ricerca e selezione di profili Ict, e Ausy, società del medesimo gruppo che si occupa di servizi di consulenza tecnologica ed ingegneristica. A un campione di 65 Cio e It Director è stato chiesto quali sono le principali sfide It che le organizzazioni dovranno affrontare nel 2021, l’evoluzione del ruolo del Cio e della funzione It e quali saranno i profili e le competenze più richieste dal settore.
“L’emergenza Covid19 ha dimostrato quanto la gestione dei sistemi informativi sia vitale per l’organizzazione aziendale”, afferma in una nota Simona Tansini Chief Operation Officer Technologies & Ausy. “L’attenzione si è spostata dal singolo progetto innovativo o dalla singola tecnologia digitale alla strategia informativa necessaria a consentire all’azienda nel suo complesso di essere operativa anche in situazioni di crisi. Questa evoluzione investe anche il ruolo dei Cio, che non può più essere soltanto un “tecnico” che si occupa di server e reti, ma deve essere un manager con visione strategica di come il business sta evolvendo, comprendere i processi aziendali per poter indirizzare le scelte in ambito It ed essere un punto di riferimento per il business”.
Il ruolo del Cio e del dipartimento It
L’emergenza sanitaria ha messo l’informatica al centro delle attenzioni delle imprese, coinvolgendo maggiormente i Cio e gli It Director nelle decisioni strategiche aziendali. Nel 2021 e nei prossimi anni questi manager dovranno affiancare alle competenze tecniche anche competenze funzionali, logiche, manageriali e organizzative. Il Cio diventa il riferimento per il business, capace di anticipare i cambiamenti in corso e tradurli nella strategia aziendale. L’It Director in passato doveva gestire infrastrutture, la sicurezza e l’evoluzione delle applicazioni, coordinare e gestire i lavoratori IT; ora deve essere in grado di creare progetti, analizzare e misurare i processi aziendali in base a strumenti di business intelligence.
In linea con le principali sfide It del 2021, le competenze tecniche più ricercate dal settore sono la sicurezza informatica, competenze in ambito cloud, big data e business intelligence, seguite da abilità di data scientist, architettura dei sistemi, business analyst e project management. Ma la crescita della centralità dell’It per la continuità del business aumenta anche la richiesta di soft skills come la capacità di comunicazione, dialogo e relazione, la gestione del tempo e dello stress, il lavoro di squadra, flessibilità, curiosità, proattività. Le attitudini relazionali sono anche la prima caratteristica considerata durante la selezione dei candidati, poi le competenze professionali e la capacità di lavorare in team. Le strategie per sviluppare e ingaggiare i talenti It passano attraverso l’offerta di formazione di alto livello, la possibilità di ottenere importanti certificazioni, la partecipazione a gruppi di lavoro internazionali ed a progetti sperimentali.
Le figure professionali più strategiche per il prossimo futuro del dipartimento It saranno dunque profili ibridi, che sappiano tradurre il business in innovazione digitale e guidando le direzioni delle altre linee di business lungo il percorso di trasformazione digitale. I profili più richiesti saranno Cyber Security expert, Ciso, Cloud Engineer, Solution Architect, specialisti di big data e business intelligence, Data Scientist, Innovation Manager.
E i dispositivi mobile saranno al centro della cybersecurity
Tra le priorità dei Cio e dei Ciso sul piano della cybersecurity ci sarà il monitoraggio dei dispositivi mobile. Lo sostiene un’altra ricerca, questa volta realizzata da Ivanti. La società specializzata nelle piattaforme di automazione ha infatti condiviso i risultati di un sondaggio che rivela come il progressivo diffondersi dell’Everywhere Enterprise abbia spostato le priorità del Ciso, dalla protezione della rete alla riduzione dei rischi per la sicurezza mobile. Quasi nove Ciso intervistati su dieci (87%) concordano sul fatto che i dispositivi mobili sono diventati il pulto nevralgico delle loro strategie di sicurezza informatica. Quattro Ciso su cinque (80%) hanno dichiarato che le password non sono più efficaci per proteggere i dati aziendali dall’incremento degli attachi degli hacker che danneggiano i lavoratori in remoto e i dispositivi mobili.
La ricerca, che ha coinvolto 400 Ciso in tutta l’area Emea (intervistando anche aziende Italiane, di qualunque settore, con dimensioni dai 500 dipendenti in sù), ha rilevato che l’82% degli intervistati concorda sul fatto che il lavoro a distanza abbia accelerato la scomparsa del perimetro di rete tradizionale, sviluppando molteplici nuove sfide per la sicurezza It. Oggi, le principali sfide che i Ciso devono affrontare sono legate alla sicurezza di poter garantire che solo gli utenti, i dispositivi, le reti e le applicazioni accreditate, possano accedere ai dati aziendali. Quasi la metà degli intervistati (45%) ha evidenziato nei dipendenti che usano il Wi-Fi non protetto per accedere alle risorse aziendali, come una delle principali sfide per la sicurezza It emersa con la pandemia. Due quinti (40%) dei Ciso hanno indicato i dipendenti che utilizzano i propri dispositivi per accedere ai dati aziendali, come una grossa criticità che coinvolge la sicurezza It. Un terzo (33%) ha sottolineato i dipendenti che utilizzano applicazioni non autorizzate per accedere ai dati aziendali, come una delle maggiori minacce per la sicurezza IT.
Mentre all’inizio della pandemia, quasi tutti i Ciso (93%) hanno dichiarato di avere adottato soluzioni efficaci per consentire l’inaspettato passaggio al lavoro a distanza, quasi la stessa percentuale (92%) ha anche evidenziato la necessità di ulteriori misure di sicurezza It per consentire ai lavoratori a distanza di gestire in modo efficace il nuovo scenario delle minacce mobili. Guardando al futuro, quasi due terzi (64%) dei Ciso prevedono investimenti in software di rilevamento delle minacce mobili. In aggiunta, più della metà (58%) ha osservato che il miglioramento della Customer Experience, dell’autenticazione alle applicazioni da remoto (57%) e lo spostamento delle applicazioni aziendali critiche verso il cloud (52%), costituiranno le principali priorità dell’anno appena iniziato.