La Commissione europea ha deciso di aprire formalmente la procedura d’ infrazione contro l’ Italia per le norme varate in materia di unbundling. L’apertura della procedura, proposta dal commissario europeo all’Agenda digitale Neelie Kroes, riguardano la norma approvata nell’ambito del Decreto Semplificazioni che ha modificato le condizioni per l’ accesso alle rete fissa di telecomunicazioni di Telecom Italia e i relativi servizi accessori.
Secondo quanto si apprende, la Commissione ritiene che le norme varate dall’Italia limitino l’autonomia dell’Agcom. Non è dunque bastato “l’aggiustamento” della prima versione della norma – che aveva immediatamente sollevato i dubbi della Commissione Ue – a mettere fine al “caso” unbundling.
Bruxelles ha deciso di inviare all’Italia la lettera di messa in mora prima della pausa estiva essendo fissato al primo agosto il termine ultimo concesso ad Agcom per modificare le condizioni di accesso alla rete fissa di Telecom Italia al fine di assicurare una maggiore concorrenza sul mercato delle telecomunicazioni. Agcom fra l’altro aveva chiesto parere formale alla Commissione Ue lo scorso maggio sul da farsi lasciando di fatto il “dossier” sul tavolo della nuova Agcom che deve però ancora insediarsi.
Il 10 aprile scorso la Commissione Europea aveva inviato una lettera al governo italiano sulla norma “unbundling” approvata nell’ambito del Decreto Semplificazioni (la seconda missiva dopo la lettera inviata il 16 marzo a seguito dell’approvazione della prima versione dell’emendamento) per chiedere chiarimenti in merito al potenziale impatto della nuova versione della norma in particolare in merito ai poteri di Agcom.
Secondo l’Europa l’Italia non ha completamente rispettato le norme europee in tema di poteri discrezionali conferiti alle autorità di regolazione. Il “nodo” riguarda la modalità con cui la nuova norma ha “restituito” i poteri ad Agcom: se da un lato si conferma il ruolo dell’Autorità dall’altro si dettano all’Autorità tempi (120 giorni) e modalità. La norma approvata dal Parlamento pregiudicherebbe l’indipendenza dell’Agcom nell’esercizio dei suoi poteri: la direttiva quadro Ue stabilisce che le Autorità indipendenti non devono prendere istruzioni da nessun organo nel loro esercizio di regolazione del mercato.
A sollevare immediatamente la questione dell’incongruità normativa ci aveva pensato l’Etno, l’associazione che rappresenta le principali telco, che aveva presentato denuncia formale alla Commissione Ue.