Da oggi, primo febbraio, parte la Lotteria degli scontrini (qui la Guida di CorCom). Ma il concorso che mette in palio decine di migliaia di euro sia per gli acquirenti (che effettueranno acquisti presso i negozi sul territorio nazionale, sono escluse le spese online) sia per gli esercenti, prima ancora di entrare nel vivo parte con una serie di ostacoli sul campo.
Due le principali criticità: da un lato la necessità di disporre di registratori di cassa adeguati, dall’altro la connettività degli stessi, necessaria per comunicare i dati e quindi per associare in tempo reale il codice lotteria in capo ai consumatori con lo scontrino. Criticità già segnalate nei mesi scorsi ma che non hanno trovato risposta.
I commercianti sul piede di guerra: extra costi al tempo della pandemia
Gìà sul piede di guerra i commercianti, in particolare coloro, non pochi che non dispongono di registratori di cassa di nuova generazione, in grado di abilitare la lotteria. Alcuni problemi sono stati risolti grazie ad un aggiornamento software da scaricare sui registratori di ultima generazione, ma per gli altri è necessario l’acquisto di nuovi dispositivi. Un balzello che si aggira fra i 300 ed i 400 euro, una spesa considerata dai commercianti più che esosa considerati gli impatti dei lockdown sul business. Acquistare i registratori abilitati non è obbligatorio, ma sul sito della Lotteria si invitano i consumatori a segnalare eventuali esercenti che non consentono l’associazione del codice, una mossa che suona di “caccia alle streghe”.
Uncem: senza banda ultralarga esclusi i Comuni montanti
E sul piede di guerra anche l’Uncem: “Il registratore telematico deve avere il software aggiornato per poter memorizzare e trasmettere i dati della lotteria al sistema centrale”, sottolinea il presidente Marco Bussone. “Può essere dotato di lettore di codice a barre per poter registrare in automatico e senza errori il codice lotteria che verrà mostrato dal cliente. La spesa media per software e lettore è di 300 euro. Per queste spese di adattamento l’esercente ha diritto a un bonus, sotto forma di credito d’imposta, di 50 euro. Per ogni registratore telematico, lo Stato offre un contributo del 50% della spesa sostenuta, fino a 250 euro in caso di acquisto e 50 in caso di adeguamento. Il bonus per l’acquisto equivale – avverte Bussone – al 50% della spesa e non può superare i 250 euro. Per un registratore di 800 euro, l’esercente dovrà alla fine pagarne 550, per uno di 1.500, ne pagherà 1.250. Chi usa il registratore telematico deve preoccuparsi di avere una connessione internet attiva, almeno al momento della chiusura della cassa poiché dopo questa operazione è il registratore, in automatico, a trasmettere il file con i dati dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate.
Ma la questione del registratore di cassa non è l’unica a preoccupare: “Senza rete internet adeguata non si potranno trasmettere i dati all’Agenzia delle Entrate. Moltissimi territori italiani, non certo per colpa degli esercenti e dei Comuni, sono sprovvisti di adeguata banda”. Lo evidenzia il presidente di Uncem, che chiede un urgente tavolo di lavoro con le associazioni di categoria, i vertici dell’Agenzia delle Entrate e la stessa Uncem in rappresentanza degli Enti locali dei territori montani.