Continua il trend positivo delle startup costituite online. Al 31 dicembre 2020 – emerge dal monitoraggio trimestrale Mise, Unioncamere e InfoCamere – sono 3.579 le imprese avviate grazie a una modalità di costituzione digitale e gratuita.
Nel quarto trimestre 2020 si sono iscritte alla sezione speciale 338 nuove startup innovative costituite online, il numero più alto tra tutti i trimestri dal 2016, superiore anche al record stabilito nel precedente trimestre (292).
Il dato si inserisce in un contesto in cui l’emergenza sanitaria relativa al Covid-19 non è ancora conclusa e dà un segnale positivo all’ecosistema dell’innovazione.
Il Rapporto poi, oltre a presentare la distribuzione geografica delle startup costituite digitalmente, affronta due aspetti di particolare interesse il tasso d’adozione territoriale della modalità online sul totale delle imprese di nuova costituzione, e la durata media delle pratiche.
Per quanto riguarda il tasso d’adozione, la modalità online è stata scelta da circa il 37 % delle startup innovative costituite in Italia nel corso del 2020 e dal 33% di quelle costituite nel quarto trimestre 2020.
Tuttavia, la variabilità territoriale è molto elevata, con notevoli scostamenti rispetto al dato nazionale.
Su tutti, è da segnalare il caso della Basilicata in cui tutte le startup innovative costituite nel corso del 2020 hanno adottato la modalità online. La Lombardia continua ad essere la regione che conta il maggior numero di startup innovative costituite online (oltre il 25% del totale).
Altro indicatore per cui si riscontrano variazioni significative a livello territoriale è il tempo medio d’attesa tra la costituzione e l’iscrizione dell’azienda nella sezione speciale del registro delle imprese dedicata alle startup innovative, fase che richiede una verifica dei requisiti da parte della CCIAA competente.
In media, una startup innovativa costituita online attende 41 giorni per ottenere l’iscrizione nella sezione speciale, mentre nell’ultimo anno i tempi di attesa medi si sono ridotti a 27 giorni.
Grazie a questa misura, operativa a partire dal luglio del 2016, gli imprenditori innovativi italiani possono costituire la propria startup secondo una modalità interamente digitalizzata, con il supporto tecnico della propria Camera di Commercio o in totale autonomia.
L’esenzione dall’atto notarile consente un risparmio medio sui costi d’avvio stimato in circa 2mila euro.
Il mercato del lavoro
In un momento di crisi economica a livello globale ci pensano le startup a risollevare il mondo del lavoro, generando un’importante crescita sul mercato occupazionale: le startup italiane danno infatti occupazione ad oltre 30mila persone, con un incremento del +47,5% rispetto agli anni precedenti. Secondo lo studio “L’impatto dell’emergenza Covid-19 sulle startup e sull’ecosistema dell’innovazione in Italia” di Vc Hub Italia, infatti, il 58% delle aziende innovative ha assunto personale nel 2020, andando in controtendenza rispetto alle aziende “tradizionali”.
Le startup innovative in Italia sono 12.068, secondo i dati Mise, e i soci di capitale sfiorano i 56 mila, con elevata rappresentazione di imprese fondate da under-35 (il 18,6% del totale), ed un valore della produzione medio di poco superiore ai 201 mila euro. Inoltre, le startup innovative presentano un tasso di immobilizzazioni – uno dei principali indicatori della propensione a investire delle aziende – circa sette volte maggiore rispetto alle altre aziende comparabili.