REPORT

Eures, italiani “connessi” due ore al giorno

In pole position telefono, social network e chat. Per il 58% del campione le nuove tecnologie migliorano la qualità della comunicazione, ma per il 54,3% diminuisce la partecipazione emotiva

Pubblicato il 19 Lug 2012

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Gli italiani passano in media quasi due ore al giorno (i giovani due ore e mezza) al telefono, collegati ad un social network o in chat. E’ quanto emerge da “Comunicazione digitale – i nuovi stili della comunicazione”, lo studio condotto dall’Eures – Ricerche economiche e sociali su un campione rappresentativo di 618 cittadini maggiorenni. E’ una larga maggioranza (il 58,3%) ad essere convinta che grazie alla diffusione delle nuove tecnologie la qualità delle comunicazioni sia aumentata. E che le ragioni principali di questo saldo positivo siano rappresentate dall’immediatezza (83,7%) e dalla maggiore continuità (35,9%).

C’e anche chi, al contrario, imputa ai nuovi media una diminuzione della qualità delle proprie comunicazioni lamentando minore partecipazione emotiva (54,3%), rischio di fraintendimenti e perdita di sfumature (43,4%, che sale al 54,2% tra le donne), interazione più bassa (37,2%), perdita di spontaneità (22,5%) e rischi per la privacy (19,4%).

Ciascun intervistato trascorre in media oltre un’ora al giorno al telefono (61 minuti, che salgono a 67 tra le donne), oltre mezz’ora collegato ad un social network (37 minuti, che diventano 42 tra le donne contro i 31 degli uomini) ed un tempo di poco inferiore (25 minuti) in chat.

Inoltre ciascun intervistato afferma di inviare in media 16 sms al giorno e 20 mail: naturalmente, sono i più giovani a vivere maggiormente il tempo della connessione, che risulta prevedibilmente più esteso per i social network (49 minuti nella fascia 18-39 anni e 27 in quella di età superiore), per le chat (33 minuti giornalieri contro 19) e per gli sms inviati (21 contro 13).

Sostanzialmente uguale, invece, l’utilizzo quotidiano del telefono. Cresce, e non potrebbe essere altrimenti, lo spazio dei social network, che per il 18,9% del campione sono divenuti lo strumento abituale per aggiornarsi sulle novità interne alla sfera amicale (26,2% nella fascia 18-39 anni), mentre per un altro 15,1% costituiscono il canale principale per confrontarsi su questioni di attualità, politica e cultura (18,1% tra gli under 39).

Nella vita di coppia le comunicazioni avvengono per lo più attraverso scambi diretti (44% delle risposte) o conversazioni telefoniche (38,5%), evidenziando una scarsa attenzione ai richiami e alle opportunità di comunicazione offerte dalle nuove tecnologie: uno spazio importante, seppur decisamente inferiore, è preso dagli sms (16,2%) e dalle mail (7,6%), mentre i social network veicolano solo il 4,6% dei contenuti.

Tra gli altri contesti considerati, la famiglia risulta senza dubbio quello più legato a forme e strumenti di comunicazione “tradizionali” (diretta e telefonica), con spazi e ruoli marginali per i nuovi media (la vera competizione sembra verificarsi tra la conversazione telefonica, al 54,3%, e la comunicazione diretta, al 31,8%) mentre sul lavoro è la mail l’asse portante della comunicazione, abitualmente utilizzata dal 68,6% degli intervistati, molto di più della posta cartacea (15,3%).

Il ricorso abituale alla posta elettronica presenta i valori più alti nella gestione dei curriculum vitae (86,4%), dei preventivi (78,2%), delle attività promozionali (72,8%) e dell’organizzazione interna (73,8%); inferiore l’utilizzo per comunicare l’interruzione di un rapporto di lavoro (31,5%), dove affianca la classica “raccomandata” postale (29,9%) e la comunicazione diretta (29%).

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