“Continuiamo ad esportare volumi di ricchezza, il nostro Paese è vivo e forte, se adottasse come obiettivo quello di sfruttare gli elementi della rivoluzione digitale si delineerebbe un percorso per uscire dalla crisi”. E’ questa la riflessione di Paolo Peluffo, sottosegretario all’Editoria, nel corso dell’iniziativa “McLuhan: 100 anni dopo. Influenze trasversali sulla persona digitale” all’Accademia dei Lincei. Organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia e da Media Duemila, con la presenza del massmediologo Derrick de Kerckhove, l’incontro è stato un’occasione di riflessione sull’attuale scenario digitale nel centenario del famoso sociologo canadese inventore della metafora del ‘villaggio globale.
“La profezia di McLuhan si è avverata – ha sottolineato Peluffo – e lo si celebra in un periodo in cui c’è la più grossa rottura tecnologica, equivalente alla scoperta del telegrafo e della macchina fotografica. Il digitale ci ha portato ad un aumento di libertà ma non possiamo ancora valutare l’equilibrio sociale che se ne determinera”.
“La creativitè e la produzione di contenuti e idee sono al primo posto”, ha poi osservato Peluffo, aggiungendo però che “vediamo una riduzione nella vendita di libri e giornali, mentre contemporaneamente sui social network si scambiano due milioni e mezzo di link informativi. Se da una parte il soggetto vede accrescere la libertà di pensiero, dall’altra non si riesce a determinare una filiera di valore. Abbiamo la necessità di interesse pubblico che continui ad esistere un prodotto culturale economicamente sostenibile in lingua italiana”.