Da “nemici” giurati a partner strategici, gli operatori Telco e i grandi colossi del web OTT spingono sempre più sulla realizzazione di cavi sottomarini a capacità elevate. Se è vero che gli oceani tengono in vita Internet, dato che solo l’1% del traffico web globale scorre su cavi su terraferma e che il traffico transatlantico di dati raddoppia in media ogni due anni, con un picco imprevisto nella primavera scorsa, durante il primo lockdown, si capisce come l’implementazione di questi progetti stia diventando sempre più importante anche a livello geopolitico.
L’ultimo esempio in questo senso è dato dal cavo Amitié, il cavo transatlantico più potente mai ideato, con una velocità progettata di 368 Tbps, che sarà realizzato da un consorzio composto da Orange, Facebook, Microsoft, Aqua Comms e Vodafone.
Nello specifico il cavo partirà da Lynn in Massachusetts e dopo circa 5200 km sul fondale marino si biforcherà puntando per altri 600 km a Nord verso Bude nel Sud dell’Inghilterra e puntando per altri 800 km a Sud verso Le Porge, vicino a Bordeaux per un totale di 6.600 km km.
Nei giorni scorsi sono state avviate le attività sulla spiaggia nel distretto di Le Porge, dove con quasi 800 km di cavi in fibra ottica da posare, si tratta del primo passo nella posa del cavo la cui messa in servizio è prevista per l’inizio del 2022.
Secondo Jean-Luc Vuillemin, head of international networks and services di Orange “con questo nuovo cavo, stiamo nuovamente dimostrando le nostre capacità e competenze nei cavi sottomarini transatlantici. In un contesto di boom del traffico internazionale, l’arrivo di questi cavi sottomarini sempre più efficienti e all’avanguardia rafforza il vantaggio strategico e nazionale legato ai cavi sottomarini”.
Di fatto, con questo nuovo cavo la Francia rafforzerà una posizione che la vede già dominante in Europa con l’hub di Marsiglia. Allo stesso tempo, questo ulteriore tassello nella geopolitica dei cavi sottomarini fa sì che i giganti del Web estendano il loro dominio, sia pure alleandosi con gli operatori di telecomunicazioni europei, fino ad arrivare al controllo di quasi il 90% dei collegamenti transatlantici.