Il nuovo Governo si trova ad affrontare una sfida epocale: far sì che il Paese riesca ad utilizzare i fondi del Next Generation Eu per evolvere davvero. E in questo contesto il digitale può servire solo se è inserito in un piano strategico di lungo periodo che abbia come obiettivo quello di rendere competitivo il sistema economico, per creare efficienza nella PA, per aprire l’esperienza individuale ad una cittadinanza matura.
Secondo Assintel l’associazione delle imprese Ict aderenti a Confcommercio, l’approccio del Governo uscente è andato in questa direzione, ma in modo ancora troppo timido: ne è dimostrazione la posizione dell’Italia nell’indice Desi, che anche nel 2020 ci ha visti al quart’ultimo posto.
Per accelerare il nuovo Governo dovrà puntare soprattutto sull’aspetto di programmazione e governance: non a caso i due ministeri che dovranno sovrintendere al piano puntano sul concetto di transizione – digitale ed ecologica – e sono stati affidati a due super tecnici, più liberi di seguire criteri di efficacia.
Transizione digitale significa investire bene gli oltre 46 miliardi di euro che arriveranno dal Next Generation Ue: il ministero di Vittorio Colao è senza portafoglio, ma avrà un ruolo guida nell’indirizzare le risorse in modo efficace. Dovrà necessariamente coordinarsi con il Mise di Giancarlo Giorgetti, che ha il portafoglio e il potere di intervenire con misure di tipo economico. In questa interlocuzione – qui la proposta di Assintel – è necessario inserire un terzo soggetto di dialogo.
“E’ a sostegno di questa relazione cruciale che noi riteniamo fondamentale inserire un tavolo interassociativo con le principali associazioni d’impresa nazionali – spiega Paola Generali, Presidente Assintel – Sarà loro il compito di esprimere visione, bisogni e richieste, uscendo dalle logiche delle multinazionali e comprendendo l’ecosistema delle piccole imprese, sintetizzando i punti di vista dell’offerta e della domanda digitale in tutti gli ambiti economici e territoriali. Non più, quindi, una politica slegata dalle imprese, ma integrata e in ascolto”.
Se questo approccio sarà accolto, il contributo potrebbe estendersi anche agli altri grandi temi aperti: in primo luogo in quei settori economici su cui puntare per il futuro del Paese, pensiamo soprattutto al Turismo, all’Agrifood, o alla sfida visionaria della Transizione ecologica.
Parallelamente, secondo l’associazione, bisogba riuscire a costruire le competenze avanzate che ci serviranno per il futuro deve aprirsi un dialogo strutturale fra il mondo delle imprese e i Ministeri dell’Istruzione e dell’Università, per indirizzare meglio le nuove generazioni ai percorsi Stem e in generale ad un’integrazione con le competenze digitali.