ANTEPRIMA CORCOM

Open Fiber, in fase avanzata la trattativa Cdp-Macquaire per la maggioranza

Il cda sarà convocato per lunedì 22 febbraio. La scadenza della prelazione sulla quota Enel non è dirimente, il fondo australiano disponibile a far salire Cassa Depositi e Prestiti. Si potrebbe chiudere anche al 51%, dunque in ballo ci sarebbe molto meno del 10%

Pubblicato il 19 Feb 2021

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Cassa Depositi e Prestiti convocherà il cda per lunedì 22 febbraio. È quanto risulta a CorCom. E saranno due i dossier “caldi” sul tavolo del Consiglio: Open Fiber e la lista per il rinnovo del board di Tim (Cdp è socio con il 9,89%).

Riguardo a Open Fiber la scadenza del 25 febbraio per esercitare il diritto di prelazione sulla quota Enel – per la quale il fondo infrastrutturale Macquarie ha offerto 2,65 miliardi di euro – non sarebbe dirimente. Secondo quanto risulta a CorCom, Cdp e il fondo australiano starebbero infatti portando avanti le trattative per una partecipazione di maggioranza della Cassa che potrebbe salire anche solo del’1% per raggiungere dunque il 51% nonostante precedentemente si fosse parlato di una quota aggiuntiva fino al 10%.

Riguardo alla presentazione di una lista di nomi da parte di Cdp per il rinnovo del board di Tim in scadenza a fine marzo, non è ancora chiaro se la Cassa deciderà di sottoporre propri candidati o se appoggerà quelli presentati dal cda uscente.

La lista Cdp per Tim: 5Stelle e Leu fanno fronte comune

A tal proposito 5Stelle e Leu fanno fronte comune: “Sarebbe grave se Cdp non esprimesse una propria lista di candidati per il nuovo cda di Telecom, subendo in questo modo i nomi imposti da Vivendi. Cassa depositi e prestiti ha acquisito negli anni una quota azionaria da quasi un miliardo di euro in Telecom. Inoltre, da mesi stiamo mettendo il massimo impegno per la creazione di una rete unica in Italia da realizzarsi tramite una società integrata rete mobile, 5G e banda larga – si legge in una nota a firma del deputato 5Stelle Riccardo Fraccaro -. Non sarebbe nell’interesse del nostro Paese non presentare propri nomi nel cda di Telecom. Ci aspettiamo un intervento deciso da parte del nuovo Governo anche sulla linea da prendere per la creazione di questa nuova società della rete unica che deve passare per la fusione diretta fra Tim e Open Fiber, in modo da garantire che Cdp, anche a tutela di tutti gli altri player del settore, diventi primo azionista”.

Da parte sua il deputato di Leu Stefano Fassina annuncia una interrogazione urgente al Governo: “Leggiamo sui giornali che Cassa Depositi e Prestiti rinuncia a presentare una propria lista di candidati per il Cda di Tim, in imminente rinnovo, lasciando la direzione di un’azienda decisiva per le Tlc e la sicurezza nazionale completamente in mano ai soci francesi di Vivendi. Sarebbe un gravissimo colpo all’interesse nazionale, considerato che Tim insiste a proporre le sua infrastruttura come rete unica per la banda ultra larga e pretende di esserne il controllore con la maggioranza assoluta della relativa società”, si legge in una nota. Secondo Fassina “potrebbe essere anche un pesantissimo danno erariale, dato che Cdp, all’88% Mef, è il secondo investitore di Tim con una quota del 10%, prezzato a circa 1 miliardo di euro”. “Chiediamo al Presidente Draghi, al Ministro Franco e ai Ministri Giorgetti e Giovanni di intervenire al più presto: lunedì è in agenda il Consiglio di Cdp, l’ultima possibilità prima del Cda di Tim previsto per martedì 23, per definire la lista dei consiglieri di maggioranza. Presentiamo interrogazione urgente al Governo”.

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