Mercato del lavoro “fermo” sul fronte digitale. Nonostante l’urgenza di innovazione di aziende e Pmi, il reperimento e il trattenimento delle figure più specializzate è ancora difficile: oltre l’80% dei professionisti IT già occupati non è alla ricerca di nuove posizioni professionali. Emerge dall’indagine di Codemotion “Strategie ed iniziative per avvicinarsi agli sviluppatori in Italia”.
E dall’indagine “Professioni 2030″ di EY e ManpowerGroup emerge che l’80% delle professioni presenti in Italia muterà quantitativamente nel prossimo decennio.
Codemotion: cambiano i canali di ricerca lavoro
Secondo i dati di Codemotion quasi il 60% degli specialisti, pur non cercando attivamente lavoro, è aperto a nuove opportunità. Ma i canali di recruiting stanno cambiando: si sceglie di cercare lavoro all’interno del proprio ecosistema, utilizzando community come Codemotion e piattaforme specializzate per developer; oppure ci si affida alla propria rete di relazioni e conoscenze (55%), mentre le piattaforme tradizionali di hiring e recruiting come LinkedIn o Glassdoor vengono utilizzate solo per il 40%, quasi al pari del passaparola con gli ex colleghi (38%).
Questo perché, secondo il report, la trasformazione digitale incalza il nostro sistema produttivo “ma il mercato del lavoro non risponde in maniera sufficiente: se le competenze digitali sono strategiche per aziende e Pmi, il reperimento e il trattenimento delle figure più specializzate è ancora difficile”.
Eppure le competenze digitali sono richieste per 7 assunti su 10, pari a 3,2 milioni di lavoratori, secondo Unioncamere: sono oltre 1,6 milioni le posizioni lavorative alle quali è richiesta la capacità di gestire soluzioni innovative (robotica, Big Data Analytics e IoT) e di Industria 4.0, ma il 28,9% dei profili, circa 940 mila posizioni lavorative, è difficile da trovare per inadeguatezza o ridotto numero di candidati.
Servono “tecnologie all’avanguardia, cultura aziendale tech oriented e formazione professionale continua – si legge nell’indagine Codemotion – per rendere un’azienda attrattiva e competitiva per gli sviluppatori e specialisti IT”.
EY-Manpower: essenziali formazione e reskilling
Secondo quanto emerso dallo studio “Professioni 2030″ di EY e ManpowerGroup la transizione tecnologica e la crisi in atto avranno un ruolo chiave nel definire il futuro dell’occupazione, soprattutto come acceleratori dei processi di obsolescenza di competenze, mansioni e professioni. In tale contesto, sarà essenziale tanto l’up- e reskilling dei lavoratori, quanto la formazione di skills adeguate nei giovani che fanno per la prima volta il loro ingresso sul mercato del lavoro.
A livello nazionale le previsioni occupazionali identificate dai modelli predittivi indicano che l’80% delle professioni presenti in Italia muterà quantitativamente nel prossimo decennio. Il modello prevede, innanzitutto, che più di un terzo della forza lavoro attuale svolge professioni che cresceranno nei prossimi dieci anni (circa il 36%), mentre tutte le altre rimarranno stabili (20%), o decresceranno (44%). Solo la metà delle professioni in crescita, tuttavia, saranno legate a vario titolo alla tecnologia: aumenteranno anche professioni legate alla cultura, alla comunicazione, ai servizi di cura (di carattere sanitario e non), all’insegnamento e alla formazione.