Prenderà il via l’8 marzo Nexi Academy PA, il programma di formazione ed educazione sui pagamenti digitali realizzato da Nexi in collaborazione con Visa e destinato ai Comuni Italiani: l’iniziativa, completamente gratuita e fruibile via web, consiste in una serie di webinar di formazione ed educazione sull’evoluzione dei pagamenti digitali nella PA, in particolare alla luce della normativa del decreto Semplificazioni che prevede l’obbligo di adesione a PagoPA da parte di tutte le pubbliche amministrazioni del nostro Paese.
Durante gli incontri, manager di Nexi e di Visa, rappresentanti di istituzioni e associazioni ed esperti del settore spiegheranno come rispettare la normativa per la gestione di pagamenti e incassi e per consentire ai cittadini l’accesso ai servizi digitali del proprio Comune, anche tramite l’app IO, faranno il punto sulle nuove frontiere dei digital payments in Italia e in Europa, anche in chiave prospettica, illustreranno le principali evoluzioni di settore, come l’omnicanalità, il social commerce, i pagamenti in prossimità, ospiteranno i Comuni italiani più evoluti sul fronte dei pagamenti digitali, illustrandone i casi di successo.
Pagamenti digitali meno diffusi in Italia rispetto alla media Ue
L’iniziativa si inserisce in un momento storico in cui i pagamenti digitali, che nel nostro Paese sono meno diffusi rispetto alla media europea (26% in Italia vs 50% media Ue), stanno crescendo a buon ritmo anche a seguito della pandemia, che ha cambiato le abitudini di acquisto e di incasso degli italiani: secondo un recente studio condotto da Gfk per conto di Visa, infatti, il 62% degli italiani non considera più i pagamenti in contante preferibili a quelli digitali e il 31% prevede di aumentare la frequenza dei propri pagamenti con carta nel prossimo futuro. Si tratta di un importante cambiamento culturale e di percezione che può rappresentare un’opportunità unica per accelerare la digitalizzazione del Paese, facendo leva proprio sui digital payments, ormai riconosciuti come indispensabili non solo per lo sviluppo economico, ma anche per rendere più innovativi e accessibili i servizi ai cittadini.
“I servizi pubblici digitali pesano per il 15% nel Desi, l’indice elaborato dalla Commissione europea per misurare il livello di digitalizzazione dei Paesi europei, che vede l’Italia al 25esimo posto: per crescere su questo fronte, oltre a un’ottima offerta di servizi, serve che la PA abbia anche una adeguata cultura digitale e buone competenze specifiche – dichiara Marco Torri, Head of public administration advisory & sales di Nexi – La nostra iniziativa ha proprio l’obiettivo di informare e formare chi opera nella PA, nello specifico i Comuni: lo facciamo sul mondo dei pagamenti digitali, nel quale siamo il player di riferimento, perché rappresentano una leva fondamentale per la digitalizzazione dei servizi pubblici e una straordinaria opportunità di crescita per il nostro Paese. Basti pensare che nel 2020 le adesioni a PagoPa sono cresciute del 69% e sono state registrate oltre 97 milioni di transazioni per un valore di circa 18 miliardi di euro”.
Oltre ai webinar realizzati in collaborazione con Visa, Nexi metterà a disposizione sul proprio sito un canale dedicato ai pagamenti digitali nella PA nel quale sarà possibile consultare i materiali dei corsi, aggiornarsi tramite video informativi, consultare materiali attinenti al mondo dei pagamenti, avere risposte ai propri dubbi sull’evoluzione digitale del settore e sulle nuove tendenze, tenersi informati sulla normativa vigente.
“L’iniziativa che abbiamo realizzato con Nexi vuole contribuire a far crescere le competenze digitali nella PA, con il duplice obiettivo di rispondere alle nuove abitudini di spesa dei cittadini, come nel caso della crescente penetrazione dei pagamenti digitali nel nostro Paese, e di supportare la PA stessa ad adeguarsi alla nuova normativa– dichiara Filippo Manca, Merchants and acquiring di Visa Italia – I Comuni italiani sono sempre più sensibili a questo argomento: lo dimostra il fatto che sono stati oltre 7.200 quelli che hanno richiesto di accedere al Fondo per l’innovazione e la digitalizzazione promosso tra fine 2020 e inizio 2021 dal Governo. Insieme a Nexi forniremo competenze specifiche ed informazioni puntuali sugli strumenti e sulle soluzioni a disposizione della pubblica amministrazione per migliorare i servizi ai cittadini e sull’evoluzione di un settore, quello dei pagamenti digitali, che rappresenta un’opportunità fondamentale per lo sviluppo e l’innovazione del Paese”.
Pagamenti in contanti? Per molti sono un ricordo
Secondo il 10° Rapporto sulle tendenze dei sistemi di pagamento, presentato da Minsait payments, la filiale di sistemi di pagamento di Minsait, più del 50% della popolazione dei Paesi analizzati ha ridotto o abbandonato i pagamenti in contanti. In Italia il 43,9% della popolazione dichiara di aver mantenuto l’utilizzo del contante ai livelli pre-pandemia, sebbene le carte elettroniche sono considerate il mezzo di pagamento preferito da sei italiani su dieci. Fattori come l’aumento del commercio online durante la pandemia, il miglioramento della sicurezza nelle transazioni elettroniche con il doppio fattore di autenticazione e le nuove forme di pagamento via smartphone, stanno riducendo l’uso del contante in Italia, che ha recentemente promosso iniziative in questo senso come la campagna cashback.
“L’Italia è un paese che storicamente predilige il contante, ma le cose stanno cambiando”, afferma nello studio Rita Camporeale responsabile Ufficio sistemi di pagamento dell’Associazione bancaria italiana. “Negli ultimi cinque anni la crescita dei pagamenti elettronici in Italia è stata la più alta in Europa, evidenziando una propensione per il cambiamento sostenuto dai progressi tecnologici che ne facilitano l’adozione, come il contactless, l’e-commerce e la progressiva digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni”. Secondo il rapporto, l’Italia, infatti, è il Paese europeo più disposto a lavorare con le bigtech in termini finanziari. Ed è, all’interno dell’Europa, il Paese che mostra il maggior interesse a condividere i dati personali dei social network con le istituzioni bancarie tradizionali (24,0%) e i propri dati finanziari con le bigtech (25,8%) in cambio di incentivi.
Incremento dell’e-commerce
Un altro degli effetti causati da Covid-19 è lo spostamento degli acquisti verso il commercio elettronico, che ha visto un aumento della frequenza delle transazioni tra i consumatori che già acquistavano prodotti online. In quest’ottica, il 46% degli italiani dice ora di fare acquisti più frequentemente, dato superiore alla Spagna (42%), Regno Unito (44%) e simile al Portogallo (47%). L’Italia partiva già da una posizione di rilievo nello shopping online: è il secondo Paese – solo dietro il Regno Unito – che accumula percentuali più alte di popolazione che acquistano frequentemente (almeno una volta al mese) su Internet (68,6%)