INDAGINE EASYNET-IPANEMA

Facebook, il 67% dei cio blocca l’accesso in azienda

Indagine Easynet-Ipanema: in Europa sempre più le aziende che vietano l’accesso alle piattaforme social da parte dei dipendenti. Nel mirino anche Twitter e YouTube. Justine Fielder (Cto Easynet): “I social media importanti per relazioni con i clienti: un errore evitarli”

Pubblicato il 25 Lug 2012

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Il 67% dei Cio europei chiude le porte ai vantaggi dei social media in azienda, bloccando l’accesso a Facebook ai dipendenti in azienda. E’ quanto emerge da un’indagine realizzata da Easynet Global Services e Ipanema Technologies su un campione di 550 Cio e responsabili IT europei. L’annuncio di oggi va ad integrare i risultati iniziali pubblicati in maggio della ricerca Killer Apps 2012, incentrata sull’utilizzo delle applicazioni e sullo sfruttamento della rete nelle aziende europee di medie e grandi dimensioni.

Secondo la ricerca, con il blocco dei social media, i Cio europei corrono il rischio di allontanare i clienti, privilegiando strategie di marketing inefficaci, di demotivare il personale e di perdere vantaggio competitivo.

Nel dettaglio, secondo la ricerca, il 67% dei Cio europei e direttori IT ha affermato di bloccare l’accesso a Facebook. Il 60% blocca YouTube. Il 49% non consente l’utilizzo di Twitter. Il 56% blocca la fruizione di qualsiasi contenuto video online.

“Il divario tra Generazione X e Generazione Y sta diventando un abisso – ha aggiunto Justin Fielder, Cto di Easynet – Non si tratta solo di attirare e trattenere giovani talenti, ma del modo migliore per creare un dialogo, e mantenerlo vivo, con i clienti. I social media sono l’ossigeno di chi non ha ancora compiuto i 30 anni, che nei social media trova gli strumenti preferiti per comunicare, formarsi e informarsi. Hanno enormi implicazioni per un percorso professionale di successo – ha continuato Fielder – I dirigenti delle imprese – di solito della Generazione X – devono comprendere questo dato di fatto, pena il rischio di mettere in pericolo la propria attività”.

“La recente notizia dell’acquisizione da parte di Microsoft di Yammer, un sito di social networking aziendale, conferma ulteriormente l’importanza dei social network sul posto di lavoro, ma sembra che i Cio europei debbano recuperare il tempo perduto – ha aggiunto Thierry Grenot, Vice Presidente Esecutivo di Ipanema Technologies – La maggior parte delle sfide previste derivanti dall’utilizzo dei social media da parte dei dipendenti, come l’impatto sulla rete aziendale, sono stati risolti, quindi è arrivato il momento in cui i Cio devono rivedere le loro politiche in questo ambito”.
“Alcuni dei nostri clienti si sono mostrati preoccupati per il superamento dei confini della rete quando il personale utilizza i propri dispositivi personali per accedere ai social media” conclude Fielder – ma ci sono precauzioni semplici che possono essere prese senza dover arrivare alle misure più drastiche come bloccare l’accesso ai social media”.

“Bloccare i social media è una decisione azzardata, controproducente nella realtà odierna, e vedere quante aziende non consentono di accedere ai social media, è un dato davvero preoccupante – ha detto Lisa Myers, Ceo di Verve Search, agenzia specializzata in Seo e Social Media – Il Roi per i social media non è altro che la possibilità che l’azienda sia ancora operante tra cinque anni. Le nuove generazioni non hanno mai conosciuto un mondo senza internet: per queste persone i social media e il web rappresentano un modo di vivere. Le imprese devono poter usufruire di quanto di buono i social media hanno da offrire, e utilizzarli per migliorare i rapporti con il proprio personale e la fidelizzazione dei clienti, certamente non devono combatterli”.

Cattive notizie per Fb anche sul versante privacy. Secondo un sondaggio del centro ricerche Harris Interactive gli utenti della rete hanno meno fiducia nel trattamento dei dati personali da parte di Facebook rispetto a quello di altri giganti di internet come Google o Amazon. Solo il 33% di chi usa il social network per eccellenza infatti si fida delle politiche di privacy. Secondo il sondaggio fatto su 2.262 adulti, il più affidabile dal punto di vista della privacy sembra essere Amazon, la cui politica di utilizzo dei dati degli ordini precedenti per raccomandare i prodotti piace al 66% degli intervistati, mentre il fatto che Google basi i messaggi pubblicitari sulle ricerche effettuate lascia tranquillo il 41% del campione.

La ricerca ha anche chiesto agli utenti il livello di comfort con l uso dei dati personali da parte dei negozi o delle compagnie telefoniche, e i primi sono risultati i piu’ affidabili in assoluto, con una percentuale dell 81%. Non è la prima volta che Facebook risulta dietro ai concorrenti nel gradimento degli utenti: pochi giorni fa una ricerca aveva mostrato che la nuova veste grafica non era piaciuta agli intervistati, che avevano dichiarato di preferire Google Plus.

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