IL NUOVO EMENDAMENTO

In-house Ict, il Senato: “No a chiusura automatica”

Approvata in commissione Bilancio la proposta di modifica a firma Pichetto Fratin (Pdl) e Giaretta (Pd). Per “salvare” le in-house le amministrazioni dovranno predisporre piani di razionalizazione ed analisi di mercato per giustificare il mancato ricorso ai privati dell’affidamento dei servizi

Pubblicato il 26 Lug 2012

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Salta l’automatismo per la vendita delle società in-house degli enti locali. Lo prevede l’emendamento dei relatori Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd) al decreto spending review votato in commissione Bilancio al Senato.

La novità che scardina l’automatismo previsto nel testo originario del provvedimento è quello che prevede che entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione, le pubbliche amministrazioni interessate possano predisporre appositi piani di ristrutturazione e razionalizzazione delle società controllate. Questi piani dovranno essere approvati dal commissario straordinario Enrico Bondi e possono prevedere la individuazione delle attività connesse esclusivamente all’esercizio di funzioni amministrative che potranno continuare ad essere svolte in house.

Con l’emendamento si prevede che qualora esistano “peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche” che rendono non efficace e utile il ricorso al mercato, le amministrazioni interessate dovranno fare un’analisi di mercato e trasmetterne gli esiti all’Antitrust che renderà un parere vincolante che sarà a sua volta trasmesso alla presidenza del Consiglio.

L’emendamento stabilisce inoltre che, in caso di scioglimento entro il 31 dicembre 2013, gli atti e le operazioni posti in essere in favore delle pubbliche amministrazioni sono esenti da imposizione fiscale, fatti salvi l’Iva e l’assoggettamento in misura fissa alle imposte di registro, ipotecarie e catastali. Nel caso invece di cessione, il servizio sarà assegnato per cinque anni “non rinnovabili” e il bando dovrà considerare, tra gli elementi di valutazione dell’offerta, l’adozione di strumenti di tutela dell’occupazione. Viene anche esplicitato che “l’alienazione deve riguardare l’intera partecipazione della pubblica amministrazione controllante”.

La proposta allunga anche di un anno, dal 31 dicembre 2013 al 31 dicembre 2014, gli affidamenti diretti vigenti. Infine viene previsto che, oltre ad essere escluse le società quotate e le loro controllate, queste misure non si applicano alle Spa pubbliche che prestano il servizio di gestione del risparmio.

Il Pd giudica positivamente la proposta di modifica firmata da Giaretta e Fratin. “Buona la proposta dei relatori della spending review che scardina l’automatismo per la vendita delle società in house degli enti locali – commentano i democratici Raffaella Mariani e Alessandro Bratti della commissione Ambiente della Camera – In questo modo si riconosce finalmente la legittimità delle tre forme di gestione ammesse dalla normativa comunitaria e ribadite anche dalla Corte costituzio nale. Importante è la valutazione nel merito della qualità della gestione e quindi anche la verifica puntuale dell’esist enza di elementi che possono giustificare la presenza di gestioni in house, senza far venir meno la trasparenza dei bilanci”.

Sempre in tema di in house ieri la Conferenza delle Regioni ha prodotto un documento sulla spending review.

“Gli articoli 4 e 9 del Decreto-legge intervengono con disposizioni precettive escludendo per le pubbliche amministrazione il ricorso delle società in house da un alto e dall`altro a limitare fortemente l`utilizzo, ed in alcuni casi alla totale soppressione, degli enti strumentali, aziende ed agenzie delle Regioni e degli enti locali – si legge nel testo – E` evidente – continuano le Regioni – come tali norme, che presentano anche profili di incostituzionalità, ledono fortemente l`autonomia organizzativa degli enti territoriali ed in particolare delle Regioni. Inoltre, dal collegamento delle citate disposizioni con quelle previste agli articoli 17, comma 10, 18 comma 7 e 19 comma 1 che individuano le funzioni fondamentali di Province Comuni e Città metropolitane, il nuovo assetto delle funzioni, specie per settori nevralgici come l`ambiente o la protezione civile, risulterà oltremodo frammentato sia a livello gestionale che di attribuzione di responsabilità, con rilevanti conseguenze per i livelli occupazionali e un possibile aumento complessivo della spesa venendo meno le economie di scala”.

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