L'INTERVISTA

Lozzi (Integris): “Sfida data driven per la PA, spinta dal Next Generation Eu”

Il Sales Director Public Sector & Partnership Channel della Pmi innovativa: “Per la ripartenza serve un’amministrazione che faccia dei dati il pilastro delle proprie strategie. Cruciale il ruolo di piattaforme di AI e cognitive computing”

Pubblicato il 02 Mar 2021

lozzi

La Pubblica amministrazione può diventare uno straordinario driver di rilancio economico. In questo senso le risorse del Next Generation Eu rappresentano uno strumento importante per accelerare sulla trasformazione digitale della macchina pubblica, abilitando non solo nuovi servizi ma anche nuove modalità di organizzare processi interni e lavorativi.

Integris, Pmi innovativa versatile perché affianca alla realizzazione di soluzioni IT e all’attività di System Integration anche lo sviluppo di piattaforme avanzate di Big Data Analytics e Cognitive Computing, ha di recente lanciato la business unit dedicata alla PA. Delle strategie dell’azienda e anche del ruolo che l’amministrazione può svolgere nella definizione di un modello di sviluppo più digital oriented ne parliamo con Alberto Lozzi, Sales Director Public Sector & Partnership Channel.

Integris è pronta a debuttare nel settore pubblico, mettendo a disposizione piattaforme ed expertise. Crede che le strategie, e anche le soluzioni, che avete sviluppato per le imprese private si possano replicare “sic e simpliciter” anche nella PA?

Assolutamente sì. Si tratta di soluzioni che vanno ad interessare le modalità organizzative e quelle di processo delle organizzazioni. Mi riferisco, ad esempio al controllo dell’accesso del perimetro aziendale – aspetto centrale soprattutto in questo momento di pandemia – oppure all’abilitazione di modelli di process mininig in grado di ottimizzare i processi, identificando sacche di inefficienza, e di indirizzare l’intera struttura organizzativa in funzione degli obiettivi di business e dell’evoluzione dello scenario competitivo. Sono dunque soluzioni che vanno ad avvantaggiare sia le imprese sia le amministrazioni che intendono diventare “data driven” ovvero che puntino ad elaborare strategie che rispondano ad una precisa ed efficiente mappatura e “lettura” dei dati a disposizione, che costituiscono un vero e proprio patrimonio finora poco valorizzato.

A che tipo di soluzioni fa riferimento?

Per quanto riguarda il controllo accessi che, come appena evidenziato, è un tema sensibile in questo momento di pandemia, Integris ha sviluppato IamOK Corporate: un’app di distanziamento basata su due funzioni: un warning sull’applicazione e un sistema basato su algoritmi in grado adottare un vincolo di distanziamento fisico. Stando alle indicazioni dell’Oms, il possibile contagio avviene a una distanza inferiore al metro per un tempo di 15 minuti: IamOk effettua un’analisi di social networking, prendendo in considerazione questo vincolo temporale e tracciando e memorizzando solamente gli eventi che non rispettano i parametri indicati, rilevando quindi le anomalie. Il navigatore indoor permette di spostarsi all’interno dell’edificio in totale sicurezza mentre il geofencing automatico consente che il monitoraggio sia attivo solo dentro il perimetro aziendale.

Sul fronte dl text mining, invece?

Integris ha sviluppato Explora Text, una piattaforma di Cognitive Computing che genera conoscenza dai dati non strutturati, presenti all’interno delle azinede o degli enti, oppure raccolti dal web o dai social network. Grazie alle informazioni ottenute da Explora le PA, oltre che le aziende, possono sviluppare strategie estremamente efficaci e contare su processi decisionali più rapidi. In pratica fornisce conoscenza per prendere decisioni informate e migliorare i processi interni ed esterni. Un aspetto determinante per una PA che vuole essere più efficiente, più vicina ai bisogni dei cittadini e in grado di produrre valore per tutto il sistema Paese.

In quanto system integrator, Integris sa bene che la digitalizzazione della PA sconta un ritardo sul fronte delle competenze…

Certamente esiste un ritardo, anche se gli investimenti nella digitalizzazione non sono mancati negli ultimi anni. Il problema è che la tecnologia da sola non basta per rispondere efficacemente alle sfide dell’innovazione. Per questo Integris lavora per creare ecosistemi in grado di abilitare il cambiamento, promuovendo la collaborazione con i gradi player della consulenza, e facendo leva su Explora Process.

Di che si tratta?

Explora Process è una piattaforma che analizza i processi, così come sono eseguiti nella realtà operativa, e identifica eventuali inefficienze di esecuzione “studiando” il loro impatto su costi, tempi, qualità e rischio del processo, fornendo all’organizzazione tutti gli strumenti per individuare le soluzioni e migliorare efficienza e produttività. Una base di partenza per poi lavorare sul fronte delle competenze perché, grazie a Explora Process, riusciamo a capire dove e come intervenire in modo rapido ed oggettivo. In più permette di verificare l’aderenza dei processi alla normativa vigente – pensiamo ad esempio alla compliance rispetto al Gdpr – e alle procedure interne, identificando con rapidità e sicurezza dove si verificano gli eventuali scostamenti. Una volta individuate le aree di intervento si potrà intervenire in maniera puntuale per aumentare l’efficienza dei processi/procedure, da cui consegue una migliore percezione dei servizi pubblici da parte delle imprese e dei cittadini.

La realizzazione di una PA data driven è uno dei pilastri della ripartenza del Paese. E il Next Generation Eu lo strumento finanziario chiave. Dove e come si devono investire queste risorse?

Se facciamo riferimento ai comparti, certamente la Sanità deve essere tra le priorità. Questa pandemia ne ha mostrato fragilità e inefficienze, ma prima bisogna rivedere la legislazione alla base della distribuzione dei poteri in materia. L’obiettivo è quello di avere un servizio omogeneo su tutto il territorio nazionale. Sul fronte degli investimenti digitali, il discorso è più complesso.

E cioè?

È fondamentale aumentare gli investimenti in intelligenza artificiale, nella Sanità certo, ma anche in tutto il resto del settore pubblico proprio per accelerare sul concetto di “PA data driven” come abilitatore di un nuovo modello di sviluppo. E poi, facendo leva sulle tecnologie, offrire servizi più efficienti ai cittadini. Non si può negare che, in questi ultimi anni, sono stati fatti passi avanti incredibili – penso a PagoPA oppure al 730 precompilato – ma ora serve che quelle eccellenze vengano messe a sistema e facciano da traino a tutto il resto delle prestazioni. Poiché la misura della competitività di un paese la dà anche una PA efficiente, ed i partner europei della UE hanno mostrato di saper fare efficienza nella PA, per poter rilanciare il sistema Italia in Europa non possiamo non partire dall’innovazione nel settore pubblico.

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