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Banda ultralarga, via alla “Fibercop” del Brasile. Si fa strada il modello Italia?

Teléfonica e Cdpq annunciano Fibrasil, una newco wholesale per spingere la copertura in fibra. La società è molto simile a quella creata da Tim, Kkr e Fastweb, anche se in Italia è il co-investimento a fare la differenza. La Caisse de dépôt et placement du Québec mette sul piatto fino a 1,8 miliardi di R$

Pubblicato il 03 Mar 2021

brasile

Si chiama Fibrasil la newco wholesale annunciata da Telefonica e Caisse de dépôt et placement du Québec (Cdpq) che punta a estendere l’infrastrutturazione in fibra in Brasile. Il modello è molto simile a quello di Fibercop in Italia, alias la newco che vede in campo Tim, il fondo Kkr e Fastweb. Nel caso del Brasile i due protagonisti deterranno ciascuno il 50% della nuova società – con governance in co-controllo – e il Fondo di investimento Cdpq metterà sul piatto nella joint venture fino a 1,8 miliardi di R$. Il progetto italiano ha però una caratteristica che – almeno da quanto si evince dalla nota stampa di Telefonica – è del tutto peculiare: il perno di Fibercop è infatti il co-investimento, mentre nel caso di Fibrasil non si parla di apertura ad altri soggetti.

Obiettivo della newco brasiliana è portare la fibra in 5,5 milioni di abitazioni nell’arco di 4 anni, dalle attuale 1,6 milioni di abitazioni cablate. Per il Gruppo spagnolo Telefonica l’operazione sarà gestita attraverso le costole sud americane Telefonica Brasile (Vivo) e Telefónica Infra, il ramo infrastrutturale, ciascuna con una partecipazione del 25%.

FiBrasil, è quanto si annuncia in un comunicato stampa, è destinata a implementare e gestire reti in fibra ottica in città di medie dimensioni in tutto il Brasile, al di fuori dello stato di San Paolo, e ad offrire l’accesso all’ingrosso Ftth a tutti i fornitori di servizi di telecomunicazione, consentendo di offrire i servizi a clienti finali. Partendo da un portafoglio di 1,6 milioni di case cablate – quelle in capo a Telefonica Brasil – FiBrasil mira ad espandere la propria rete per raggiungere circa 5,5 milioni di abitazioni entro 4 anni, accelerando la transizione alla fibra e contribuendo all’implementazione tecnologica del Paese.

“Siamo molto entusiasti di questa opportunità di collaborare con Cdpq, con cui condividiamo l’ambizione di accelerare il lancio della fibra in Brasile, contribuendo ai piani di crescita di Vivo e allo sviluppo del digitale del paese – commenta Ángel Vilá, Chief Operating Officer di Telefónica Group -. Siamo lieti di mettere la nostra esperienza Ftth e le capacità commerciali alla base di questa partnership, unendo le forze con Cdpq come elemento chiave per il successo, rafforzando la nostra proposta di valore e rafforzando la nostra strategia di crescita”.

Da parte sua Emmanuel Jaclot, Executive Vice President e Head of Infrastructure di Cdpq evidenzia che “la transazione è un’opportunità per diversificare ulteriormente il nostro portafoglio di infrastrutture e dimostra il continuo interesse di Cdpq per il Brasile e la più ampia regione dell’America Latina, dove vediamo opportunità in una varietà di settori”.

“Vivo sarà l’anchor tenant di FiBrasil, consolidandosi come il principale operatore convergente nel paese –  sottolinea Christian Gebara, ceo di Telefónica Brasil  -.La transazione è inquadrata all’interno dei nostri pilastri strategici, consentendo a Vivo di migliorare il time-to-market e allo stesso tempo un uso più efficiente dei fondi”. Gebara aggiunge che “la fibra sarà un fattore chiave per la futura crescita del fatturato di Vivo, che mira a raggiungere almeno 24 milioni di abitazioni cablate entro la fine del 2024, e FiBrasil sarà la piattaforma di Vivo per espandere la copertura alle città greenfield”.

La transazione è soggetta ad approvazione regolamentare e il closing è stimato per secondo trimestre 2021.

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