Quantcast rilancia sull’Open Internet (OI) e presenta la nuova piattaforma di audience intelligence che punta a rivoluzionare la digital advertising. Ilaria Zampori, General Manager Italy & Spain di Quantcast, spiega a CorCom perchè oggi è cruciale per le aziende scommettere sull’OI.
Zampori, quanto è importante supportare l’idea di un open internet?
Internet è oggi riconosciuto come uno spazio digitale, libero e gratuito, che offre una moltitudine di contenuti. Sostenere l’Open Internet, in un mondo che a breve non supporterà più i cookie di terza parte, significa permettere ai consumatori di continuare ad usufruire di notizie e contenuti provenienti da diverse fonti ma anche più rilevanti, personalizzati e di qualità. Se la filiera non collabora insieme per trovare un equilibrio di potere a favore dell’Open Internet, il potere viene consegnato agli Ott con un impatto enorme sulla lunga coda di Internet: molti editori minori non saranno in grado di sopravvivere provocando un’inevitabile riduzione di Internet.
In questo quadro come si inserisce la nuova Quantcast Platform e quale valore aggiunto per i brand?
Quantcast ha presentato – a livello globale – una piattaforma dal profilo altamente tecnologico in grado di rivoluzionare il mercato della pubblicità online, Quantcast Platform. Una soluzione disruptive che intende democratizzare la digital adv e, quindi, creare parità di condizioni per brand, agenzie ed editori eliminando gli svantaggi generati dai walled garden. Viene quindi fornita la possibilità di conoscere e accrescere la propria audience raggiungendo – nell’Open Internet – la persona giusta al momento giusto. Una novità assoluta per il mondo della pubblicità online perché racchiude in una singola piattaforma la forza dei dati di prima parte, il potere dell’Intelligenza Artificiale e l’imprescindibile consenso del consumatore, trasferendoli direttamente nelle mani dei marketer. Risparmiando tempo e risorse economiche, i professionisti possono, infatti, pianificare, attivare e misurare le campagne pubblicitarie in una soluzione che opera su uno dei più grandi e unici dataset al mondo di dati di prima parte live, costantemente aggiornati. Un’offerta completa, ma, al contempo, estremamente intuiva, rapida e easy-to-use che ha visto una notevole riduzione delle tempistiche dell’onboarding supportando così in modo concreto l’operatività quotidiana dei marketer. Uno strumento fondamentale per le aziende che oggi sempre più spesso sono chiamate a rispondere tempestivamente e proattivamente alle esigenze di un mercato in costante evoluzione.
Quali, invece, le caratteristiche tecniche della piattaforma?
Nella piattaforma convergono vari punti di forza e l’expertise che hanno reso Quantcast un player riconosciuto all’interno dell’industry di riferimento. In un’unica soluzione abbiamo infatti voluto integrare la leadership tecnologica nella misurazione e negli insight, ma anche il know-how nel programmatic advertising, nella gestione della privacy e del consenso.
E’ un sistema AI-based?
Se analizziamo nel dettaglio l’aspetto tecnologico, la piattaforma viene alimentata da Ara, il motore di Intelligenza Artificiale e Machine Learning brevettato dell’azienda, che permette di ottenere audience insight intelligenti, performance migliori e risultati su larga scala. Ara è in grado di processare, analizzare e potenziare l’enorme database alimentato da oltre 100 milioni di destinazioni online che, attraverso la creazione di modelli predittivi unici, consente di comprendere gli audience insights e i reali comportamenti dei consumatori in modo da ottenere risultati ottimali per ogni singolo ad. Altri elementi di fondamentale importanza che completano la piattaforma sono la privacy e il consenso dell’utente. Stiamo assistendo ad un cambiamento del ruolo del consumatore che da mero destinatario del messaggio pubblicitario diventerà un soggetto sempre più attivo e consapevole. Riconoscendo il valore e il ruolo di quest’ultimo all’interno della filiera, la Piattaforma integra la consolidata esperienza di Quantcast nella gestione della privacy e del consenso al trattamento dei dati online. Elementi imprescindibili per le aziende di oggi che vogliono sviluppare un approccio che metta al centro il consumatore e, al tempo stesso, e crescere in un mondo privacy-first, ottimizzando tempo, costi e risultati di business e ottenendo actionable insight.
Perché Quantcast Platform è grado di abilitare l’open internet?
Gli aspetti fondamentali per permettere all’Open Internet di competere con i walled garden sono: dati di prima parte, facilità d’uso e workflow integrati. Elementi questi ultimi che permettono all’Open Internet di salvaguardare la sua posizione rilevante nei piani di marketing, evitando che si focalizzino solo ed esclusivamente sugli Ott. Una riabilitazione dell’Open Internet resa ancor più necessaria se si considera che i consumatori trascorrono metà del loro tempo navigando in uno spazio digitale diverso da motori di ricerca e social media. I brand che vogliono accrescere il proprio business non possono quindi evitare di investire nell’internet libero per conoscere e raggiungere con successo la propria audience.
Che ruolo può svolgere un’azienda come Quantcast per la ripresa economica delle aziende provate dalla pandemia?
La pandemia ha generato uno spostamento dal fisico al virtuale con un’importante crescita della digital economy. In questo scenario il settore del digital advertising ha dimostrato di giocare un ruolo centrale nelle strategie di marketing delle aziende che, mai come oggi, hanno la necessità di ottimizzare le attività con un concreto ritorno degli investimenti – data anche la minore disponibilità di risorse – e rafforzare la propria presenza online. Si consideri, in aggiunta, che la trasformazione digitale in atto comporta una accelerazione dei processi tecnologici che lascia emergere il bisogno, anche per i team marketing, di adottare soluzioni facili da usare, rapide ed efficienti. La novità che abbiamo appena lanciato sul mercato risponde a tutte queste nuove esigenze. Quantcast Platform permette ai brand di consolidare la propria presenza nell’Open Internet erogando agilmente campagne pubblicitarie e fornisce al contempo un riscontro effettivo e reale sugli investimenti effettuati. Una piattaforma in grado quindi di supportare e semplificare l’operatività quotidiana dei marketer per rispondere tempestivamente alle loro esigenze.
Andando oltre lo scenario tecnologico e di business, lei che idea si è fatta sul Next Generation Eu ovvero dove dovrebbero essere veicolate le risorse per abilitare la digital transformation?
Il Next Generation Eu è uno strumento di significativa rilevanza per favorire la digital transformation già in atto che, come abbiamo osservato ultimamente, ha subito una brusca accelerazione nel corso del 2020. Bisogna tuttavia considerare che è un processo a lungo termine e che deve essere continuamente supportato per generare una concreta ed effettiva crescita del nostro Sistema Paese. Un’evoluzione completa e trasversale che bisogna però condurre gradualmente cominciando ad integrare la tecnologia a quei processi e servizi rivolti ai cittadini e atti ad un miglioramento della loro quotidianità. Nello specifico, ritengo sia necessario indirizzare alcune delle risorse verso la digitalizzazione dei dati delle persone. Un’operazione che, ad esempio, potrebbe rivelarsi fondamentale non solo per far fronte all’attuale emergenza sanitaria ma anche per creare un profilo digitale personale molto più semplificato che consentirebbe, a sua volta, una gestione agile delle molteplici attività amministrative. Se invece consideriamo l’apporto di tali fondi allo sviluppo aziendale, vorrei citare la ricerca condotta da Quantcast in collaborazione con Forbes e Netcomm che ha voluto indagare lo stato di adozione in Italia di AI e Machine Learning nelle attività di marketing. Da tale survey è chiaramente emerso che la ragione principale del ritardo nell’adozione di tali soluzioni risiede proprio nella mancanza di fondi. Ritengo pertanto che, mettere a disposizione delle aziende risorse aggiuntive per integrare soluzioni altamente innovative, sia vitale per lo sviluppo delle stesse anche in termini di fatturato. Sono inoltre convinta che una maggiore e capillare integrazione tecnologica possa rendere il nostro tessuto imprenditoriale più competitivo anche a livello internazionale. Ultimo ma non per importanza, bisognerebbe promuovere, tra gli ambienti dirigenziali italiani, uno sviluppo culturale volto ad evidenziare l’importanza della tecnologia e le opportunità che possono derivare dalla sua concreta applicazione ai processi aziendali.