Entrano nel vivo i lavori dell’Osservatorio nazionale sullo smart working. Si è insediata oggi , su mandato del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, la Commissione tecnica della “task force”, coordinata dal presidente dell’Aran, Antonio Naddeo.
Compito della Commissione sarà verificare l’avanzamento delle amministrazioni nella stesura dei Piani organizzativi del lavoro agile (Pola), pubblicati sinora da 54 amministrazioni statali sulle 162 monitorate attraverso il Portale della performance del Dipartimento della Funzione pubblica.
Finora il 33% delle PA ha pubblicato i Pola, i piani organizzativi del lavoro agile. Risulta dal monitoraggio Portale della performance del Dipartimento della Funzione pubblica, secondo sono 54 su 162 le amministrazioni che hanno rispettato la scadenza prevista del 31 gennaio 2021, fissata dal decreto Rilancio.
Inoltre sarà chiamata a ragionare sugli strumenti di organizzazione del lavoro agile in vista del superamento della fase legata all’emergenza sanitaria. Gli esiti delle analisi e degli studi saranno riportati all’Osservatorio, cui spetterà fornire spunti e proposte di carattere normativo, organizzativo e tecnologico per migliorare lo smart working nella Pubblica amministrazione.
“Lo smart working è stato certamente fondamentale durante la fase acuta della pandemia e ha segnato un cambiamento culturale da cui bisogna trarre tutte le conseguenti analisi – ha spiegato il ministro della PA, Renato Brunetta – Ora occorre ricondurlo ad essere uno degli strumenti di organizzazione del lavoro delle singole amministrazioni, strettamente connesso al livello di qualità dei servizi da fornire a cittadini e imprese. Sarà un punto all’ordine del giorno della nuova contrattazione, per quanto riguarda la regolazione. Un tema su cui le parti sociali pubbliche e private sono chiamate a riflettere. Il fenomeno va studiato a fondo e servono grandissimi investimenti dal punto di vista progettuale, di relazioni sindacali, regolativi, infrastrutturali e di intelligenza sociale anche alla luce della sfida della transizione digitale che l’Europa ci chiama a raccogliere”.