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Biden come Trump: nuove restrizioni sulle forniture 5G a Huawei

Secondo i media Usa il neo inquilino della Casa Bianca avrebbe modificato le licenze delle aziende americane partner del colosso cinese sulla falsariga di quanto deciso dall’ex amministrazione. La reazione di Pechino: “Misure che mettono a rischio gli scambi tecnologici globali”

Pubblicato il 12 Mar 2021

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Cambia il direttore d’orchestra, ma la musica è sempre la stessa. L’amministrazione Biden questa settimana avrebbe modificato le licenze per le aziende americane partner di Huawei, limitando ulteriormente la fornitura di articoli che possono essere utilizzati con i dispositivi 5G. A dirlo è Reuters che cita fonti informate dei fatti. Le modifiche potrebbero interrompere i contratti esistenti con Huawei, concordati attraverso licenze precedenti. L’amministrazione Biden sta dunque rafforzando la linea dura sulle esportazioni verso il produttore di apparecchiature per le telecomunicazioni inserito nella lista nera del commercio da Donald Trump, che paventava rischi per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Sia il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti sia Huawei hanno al momento rifiutato di commentare.

Le licenze negate dall’amministrazione Biden

Le licenze di esportazione iniziali sono state concesse dal Dipartimento del Commercio dopo che Huawei era stata inserita nella lista nera commerciale del dipartimento nel 2019. Le condizioni introdotte questa settimana allineerebbero le licenze più vecchie con le politiche di licenza più severe implementate negli ultimi giorni dell’amministrazione Trump. A gennaio, per esempio, Trump ha deciso che avrebbe negato 116 licenze con valori nominali per un totale di 119 miliardi di dollari e ne avrebbe approvate solo quattro del valore di 20 milioni, secondo un documento del Dipartimento del Commercio esaminato da Reuters.

La maggior parte di quelle negate rientrava in tre grandi categorie: memoria, telefono e altri dispositivi e applicazioni di rete. Tra il 2019 e il 2020, l’amministrazione ha approvato le licenze per le aziende per la vendita di beni e tecnologia per 87 miliardi di dollari a Huawei, afferma il documento. Le licenze sono generalmente valide per quattro anni. Sebbene le nuove restrizioni su tali licenze danneggino alcuni fornitori, ha osservato una fonte, livellano anche il campo di gioco tra le società fornitrici, poiché alcuni avevano ricevuto licenze in base a politiche meno restrittive.

Secondo una delle licenze riviste entrata in vigore il 9 marzo e letta da Reuters, per esempio, gli articoli non possono essere utilizzati “con o in alcun dispositivo 5G“, un’interpretazione ampia che vieta all’elemento di entrare in un dispositivo 5G anche se non ha nulla a che fare con il 5G funzionamento. Un’altra licenza modificata, valida dall’8 marzo, non è stata autorizzata per l’uso in ambito militare, per il 5G, per le infrastrutture critiche, per i data center aziendali, per le applicazioni cloud e per quelle spaziali.

La reazione di Pechino

La Cina ha criticato l’amministrazione del presidente Usa Joe Biden per aver imposto nuove restrizioni al colosso tecnologico cinese Huawei, dicendo che gli Stati Uniti “non sono un Paese su cui contare e di cui ci si deve fidare”. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian,  “la misura danneggerebbe sia Stati Uniti che Cina”, e interromperà gravemente gli scambi tecnologici e commerciali dei due Paesi e del mondo in generale e minerà le catene industriali globali e le catene di approvvigionamento”. Di qui l’appello a bloccare subito le nuove misure.

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