L’Italia, nonostante alcuni gravi problemi che la penalizzano, come la grave dipendenza energetica dall’estero, il grande debito pubblico ereditato dal passato e il divario Nord-Sud, è un paese straordinario.
Spesso facciamo fatica a riconoscerlo, anche perché – in molti casi – l’informazione preferisce ricordare solo gli aspetti negativi del Paese. Ma anche perché noi italiani siamo sempre pronti a denigrarci.
Scriveva, al termine dell’Expo di Milano del 1881, Giuseppe Colombo, l’autore del celebre Manuale dell’Ingegnere, tra i fondatori del Politecnico e padre della telefonia italiana: “Noi italiani abbiamo un terribile difetto. Noi siam usi a disprezzare le cose nostre; e abbiamo, invece, un’illimitata opinione della superiorità degli stranieri. È una grave sciagura, è un pregiudizio fatale, contro il quale si infrangono gli sforzi dei nostri migliori costruttori”.
Da allora, questo modo di pensare non è cambiato. Noi italiani tendiamo ancora oggi a sopravvalutare ciò che viene fatto all’estero e a sottovalutare quello che facciamo noi, qui in Italia. Eppure il nostro Paese ha dato i natali alla maggior parte delle innovazioni che hanno caratterizzato il mondo contemporaneo. Sono italiani il telefono (Antonio Meucci), la lampadina a filamento (Alessandro Cruto), la radio (Guglielmo Marconi), l’autostrada (la Milano – Laghi, Pietro Puricelli), l’energia atomica (Enrico Fermi), la pila elettrica (Alessandro Volta), l’elicottero e lo scooter, entrambi inventati da Corradino D’Ascanio, il grande ingegnere della Piaggio. E’ un elenco lunghissimo che porta, in tempi più recenti, e solo per citarne alcuni, a Leonardo Chiariglione, padre dell’Mp3, o a Mauro Sentinelli che, con la sua idea della scheda telefonica ricaricabile, ha portato il telefono cellulare, in origine uno strumento per pochi, a diventare l’oggetto più diffuso al mondo.
L’Italia ha moltissimi primati, spesso ignorati, a volte volutamente per motivi ideologici (c’è una parte del paese che sembra godere, per motivi ideologici, nel descrivere l’Italia come l’ultimo degli ultimi paesi). Eppure non sempre è così.
Un esempio è il progetto Italia degli innovatori, che vuole raccontare questa Italia, dare visibilità a quell’innovazione che il Paese sa produrre ed esportare. L’Italia è il paese di grandi eccellenze, abbiamo detto. Spesso ignorate dai media, troppe volte ignorate, colpevolmente, dalle istituzioni, in Italia è presente un grande numero di imprese ad alto contenuto di innovazione che, però, in molti casi, non trovano il terreno fertile per crescere e svilupparsi. Proprio per superare questa condizione, è stato avviato nel 2010 il progetto “L’Italia degli Innovatori” che ha come obiettivo proprio quello di dare visibilità all’Italia innovativa, che spesso rimane nascosta tra gli stereotipi, promuovendo le eccellenze tecnologiche nel nostro Paese.
La prima edizione, lanciata in occasione dell’Expo di Shanghai, ha offerto una vetrina di altissimo livello per mostrare le eccellenze del nostro Paese nel campo dell’innovazione, rappresentando anche un’opportunità per supportare le imprese italiane in un mercato di grande interesse come quello cinese.
Secondo il Comitato Cinese Organizzatore dell’Expo, si è trattato del migliore progetto sull’innovazione di tutta l’Esposizione Universale.
Nel 2011 e nel 2012 l’iniziativa, gestita dall’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, è proseguita con la Cina e la Corea del Sud, mentre sono in programma missioni in Russia e Brasile. L’obiettivo è fare conoscere a tutto il mondo, un’Italia diversa che è viva e ha ancora molte cose da dire, anche nel nuovo mondo globalizzato che sta nascendo dal superamento della crisi internazionale. Per cercare, 130 anni dopo le parole di Colombo, di dare anche in Italia, il giusto merito a chi, ogni giorno, da tutto se stesso per realizzare la sua idea.